Scienza e Tecnologia

Bitcoin sulle montagne russe

La criptomoneta, dopo il tonfo di sabato, è risalita a quasi 16'000 dollari, complice anche il Natale. "La politica deve prendere misure immediate"

  • 23 dicembre 2017, 21:31
  • 23 novembre, 03:09
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Il bitcoin sulle montagne russe

Telegiornale 23.12.2017, 21:00

Il Bitcoin ha viaggiato questa settimana letteralmente sulle montagne russe. Si è passati dai 19'600 dollari per un bitcoin di sabato scorso, ai 16'900 dollari di giovedì. Poi il brusco declino a 10'400 dollari ieri, venerdì. Nella giornata di oggi invece ha riguadagnato quanto perso, tornando per poco tempo oltre i 16'000 dollari. Grosso lo spavento per investitori e mercati, ma come spiegare questa discesa repentina?

“Sono molte le cause”, spiega Lars Schlichting, esperto in criptovalute e partner presso KPMG. “Prima fra tutte l’incredibile aumento di valore nell’ultimo mese. Solo un anno fa valeva 1'000 dollari per arrivare a 19'000. Direi dunque che questa correzione temporanea sia salutare e c’era quasi da aspettarselo”.

Per alcuni il crollo di ieri potrebbe essere anche dovuto all’avvicinarsi delle feste natalizie. Molti i piccoli risparmiatori che per necessità di avere monete reali avrebbero venduto i propri bitcoin. Ma se per certi è un normale flusso dei mercati, per altri è l’inizio dell’esplosione della bolla speculativa. Ma è realmente cosi?

La blockchain per cambiare il mondo

“Bisogna fare delle distinzioni”, continua Lars Schlichting: “Il Bitcoin è una tecnologia nuova che ha la potenzialità di cambiare radicalmente il modo di funzionare della nostra società. Se la tecnologia che sta alla base, la cosiddetta blockchain, dovesse essere adottata ad altri campi, il prezzo del singolo bitcoin aumenterà in modo maggiori rispetto ad oggi. Ma soprattutto, tutto il mondo finanziario ha scoperto quest’anno questa moneta digitale e la sta utilizzando. Ci aspettiamo dunque anche l’anno prossimo dei sali e scendi. Ma è presto per dire se sarà una bolla finanziaria”.

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La risposta della politica

Per quanto riguarda la risposta della politica elvetica nei confronti di questo fenomeno, "nessuno vuole infrangere il sogno di guadagni facili”, spiega Hannes Germann, presidente della Commissione delle finanze del Consiglio degli Stati, “ma noi vediamo la cosa dal punto di vista di chi fa le leggi, e abbiamo una responsabilità politica che ci chiede di prendere misure immediate. Sarebbe sbagliato restare a guardare la situazione per lungo tempo senza far niente. Ciò potrebbe costare caro alla Svizzera".

Molti attori nel nostro paese puntano tuttavia sulle cripto valute, anche nel campo delle istituzioni pubbliche come a esempio il canton Zugo o la città di Chiasso. Per Germann però “sarebbe un peccato rischiare di buttare via gli sforzi fatti dalla Confederazione contro il riciclaggio, solo per una proposta allettante come il Bitcoin”.

Mattia Pacella/TG

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