Il ransomware, cioè il “sequestro” di computer e smartphone, bloccati e resi inutilizzabili finché il proprietario non paga un riscatto, è stata la minaccia informatica principale del 2016. Nel corso degli ultimi mesi i dispositivi presi in ostaggio sono aumentati a ritmo esponenziale: tra le aziende si è passati da un attacco ogni due minuti a uno ogni 40 secondi, mentre per i singoli utenti la frequenza è salita da un attacco ogni 20 secondi a uno ogni 10 secondi. I dati provengono dal rapporto annuale sulle Cyber-minacce di Kaspersky Lab.
Il ransomware colpisce in due forme distinte: una blocca l'accesso al dispositivo, mentire l'altra cripta i dati contenuti in computer e dispositivi mobili rendendoli inaccessibili. Questa seconda tipologia è la più diffusa.
Chi cade vittima di un sequestro informatico tende a pagare. Crede cioè che, una volta incassato il riscatto, il criminale manterrà la promessa e sbloccherà i dispositivi.
ANSA/Dek