Produrre robot sempre più simili a noi ci aiuta non solo a fare strumenti al nostro servizio ma anche a capire l’essenza dell’essere umano. È una delle idee che guida il lavoro di Hiroshi Ishiguro, dell’università di Osaka e "padre" di Geminoid, un robot gemello che si muove e comporta come il suo creatore. Presentato a Roma nell’ambito di Roma Europa Festival, Geminoid si è rivolto al pubblico salutando tutti: “Volendo potrei essere io a condurre questa conferenza e farvi capire chi sono ma visto che Ishiguro è qui farò parlare lui. Io sono un androide lui è umano”.
Ishiguro e il suo androide
Quasi impossibile distinguere Ishiguro dal suo sosia sintetico, ciglia, sopracciglia, occhi, labbra, muscoli facciali: ogni più piccolo dettaglio del robot sembra vivo e interagisce con l’ambiente e gli stimoli che rileva.
“Per arrivare a veri sosia robotici - ha spiegato - dobbiamo prima di tutto interrogarci su cosa sia davvero l’uomo. Costruire robot come noi non serve solo per avere aiutanti al nostro fianco ma ci fa imparare cosa siamo davvero, ad esempio come funziona il nostro cervello”.
ANSA/Dek