Le fratture di un braccio rilevate sullo scheletro di Lucy, la più celebre fra gli antenati dell'umanità conosciuti, fanno pensare che lo abbia proteso per cercare di ammortizzare la caduta da un albero. Ma, precipitata si stima da una dozzina di metri di altezza, questo non bastò a proteggerla e il decesso fu rapido. L'ipotesi sulla morte dell'australopiteco, vissuto in Africa 3,18 milioni di anni fa, è stata avanzata dall'antropologo John Kappelman dell'Università del Texas, che ha potuto analizzare il fossile.
Questa versione, pubblicata dalla rivista Nature, non fa però l'unanimità: altri scienziati, fra cui l'uomo che scoprì Lucy nel 1974, non concordano. Secondo loro le fratture avvennero post mortem.
pon/ATS/AP