Scienza e Tecnologia

"Rendiamo scienza la fantascienza"

Il telescopio Webb lanciato a Natale è quasi a destinazione - Le spiegazioni del direttore scientifico della NASA Thomas Zurbuchen

  • 24 gennaio 2022, 15:08
  • 20 novembre, 18:47
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Lancio telescopio James Webb

Telegiornale 24.01.2022, 13:30

Di: Diem/Reuters/TG 

Il telescopio James Webb, partito a Natale a bordo di un razzo Ariane 5 da Kourou nella Guiana francese, sta per arrivare a destinazione, a circa 1,5 milioni di chilometri dalla Terra. Lo strumento, progettato per dare al mondo uno sguardo senza precedenti alle prime fasi dell'universo, lunedì (quando in Svizzera saranno le 20) subirà un'ultima manovra di correzione di rotta e poi giungerà nel punto esatto in cui gli scienziati volevano si trovasse, in una posizione di stabilità tra la Terra e il Sole nota come punto Lagrange due, o L2, attorno alla quale orbiterà. I propulsori saranno attivati dagli ingegneri di controllo della missione presso lo Space Telescope Science Institute di Baltimora.

Il telescopio a raggi infrarossi permetterà di osservare oggetti a distanze finora mai raggiunte, consentendo di fare un balzo all'indietro nel tempo, molto più lungo di quanto abbia permesso Hubble. Dovrebbe permettere di avere una visione delle galassie "neonate", circa 100 milioni di anni dopo il Big Bang, il punto di accensione teorico che ha messo in moto l'espansione dell'universo conosciuto stimato 13,8 miliardi di anni fa.

La fase più rischiosa della missione da 10 miliardi di dollari è stata superata con successo, compreso il dispiegamento di tutti i 18 segmenti che compongono lo specchio primario e secondario. Per arrivarci è stato necessario un lavoro durato anni (la costruzione era partita nel 2004) e il completamento nello spazio di centinaia di passaggi che non prevedevano una seconda chance. "Tutte le componenti sono nuove, non sono mai esistite. È stato incredibilmente difficile svilupparle. È fantascienza. È questo che facciamo: prendiamo la fantascienza e la rendiamo scienza". Ad affermarlo è l'astrofisico svizzero-statunitense Thomas Zurbuchen, il direttore scientifico della NASA, uno dei papà della missione che, come lui stesso spiega, è di "capire da dove veniamo. Qual è la nostra storia nell'album fotografico della nostra esistenza. Finora non abbiamo immagini di questa porzione così lontana e sconosciuta dell'universo".

Le prime immagini dell'impresa frutto della collaborazione tra la National aeronautics and space administration (NASA), l'Agenzia spaziale europea (ESA) e la Canadian Space Agency (CSA), sono attese per la prossima estate. I passi da compiere in vista della sua completa operatività sono infatti ancora numerosi. Raggiunto il punto L2, per il telescopio inizierà una fase di raffreddamento poi prenderanno avvio tutte le operazioni di preparazione alle attività scientifiche con la calibrazione dello specchio per la sua corretta messa a fuoco e dei quattro strumenti a bordo che permetteranno di fare un altro balzo nel tempo.

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