"Sono molto preoccupata per il virus Zika perché ci sono fattori che non conosciamo, relativi al modo in cui l'epidemia si potrebbe diffondere. Potremmo assistere a un'impennata nel numero dei casi", così si esprime la virologa italiana Ilaria Capua, nuova responsabile del Centro di eccellenza dell'Università della Florida dedicato alla "One Health", in merito all'approccio che unifica i temi della salute umana, animale e ambientale.
A dare un'idea dell'incertezza contribuiscono alcuni numeri: "In questo momento il 30% delle zanzare della rete caraibica appartiene a specie sconosciute, con un potenziale devastante", ha osservato il collega di Ilaria Capua, Marco Salemi, dell'università della Florida.
La propagazione del virus Zika
"Il vaccino è ancora lontano - ha proseguito Capua - e di conseguenza una possibile strategia potrebbe consistere nell'estendere la filosofia "One Health" ad altre discipline", in un approccio complessivo che sia anche culturale, antropologico e che possa comprendere anche la religione. "Per certo problemi sanitari - ha rilevato la virologa - la soluzione non può restare confinata all'interno della biomedicina. Paradossalmente, ha concluso, per certi aspetti potrebbe fare molto di più il Papa con un tweet che il vaccino".
Ricordiamo che le autorità sanitarie spagnole hanno segnalato il 25 luglio la nascita di un bimbo affetto da microcefalia dovuta al virus Zika, il primo caso in Europa. La microcefalia è una malformazione grave e irreversibile che si caratterizza con una forma ridotta del cranio e una serie di deficit di tipo neurologico.
ATS/M.Ang.