“Le mafie sono infiltrate nel settore privato e come abbiamo potuto costatare anche nell’amministrazione pubblica”, sono le parole di Nicoletta della Valle direttrice della Polizia Federale che oggi era a Lugano dove ha partecipato alla presentazione del nuovo dell’Osservatorio ticinese sulle organizzazioni criminali dell’USI, con cui collabora anche la RSI. Nicoletta della Valle non può spingersi oltre, per ragioni di indagine.
Si intende soprattutto parenti di persone affiliate alla ‘ndrangheta che lavorano nel settore pubblico federale, cantonale e municipale. E alla domanda perché Fedpol non fa altro della Valle risponde così. “Sappiamo che la mafia è una questione di famiglia. Allora cosa possiamo fare se vediamo che un fratello, un figlio o un nipote di una famiglia sotto indagine lavora nell’amministrazione federale? Non possiamo avere un “sospetto generico” (ndr. senza prove). Per questo è difficile rispondere”.
Complicato dunque per Fedpol avere prove che un parente di una persona sotto inchiesta per mafia sia anch’egli un mafioso. Anche sui cantoni coinvolti vige il più stretto riserbo.