Sabato si sono tenute due manifestazioni pro Palestina, una a Berna e l’altra a Zurigo, per richiedere un immediato e permanente cessate il fuoco.
Nella capitale, 400 persone hanno partecipato alla prima marcia autorizzata, esprimendo solidarietà verso la Palestina e lamentando i ritardi nelle autorizzazioni a manifestare. “Per 113 giorni la popolazione palestinese è stata bombardata, senza che la gente di Berna avesse la possibilità di manifestare”, ha dichiarato uno dei relatori. In questi giorni, oltre 26’000 persone, inclusi oltre 10’000 bambini, sono state uccise a Gaza.
Sono stati toccati temi come genocidio, apartheid e colonialismo, e si è richiamata l’attenzione sulla situazione in Palestina, ma anche su altri contesti globali e del passato, come l’apartheid in Sudafrica e il genocidio in Congo. Si sono ricordate anche le vittime dell’Olocausto, sottolineando che il genocidio non si giustifica mai, né allora né oggi. Inoltre, si è discusso dei procedimenti legali intrapresi in Svizzera contro i crimini di guerra, inclusa la recente denuncia contro il presidente israeliano Isaac Herzog, di recente ospite al WEF di Davos.
Parallelamente, a Zurigo, diverse centinaia di persone si sono riunite per una manifestazione non autorizzata sulla Helvetiaplatz, indetta dal Comitato della Palestina zurighese. I partecipanti hanno chiesto la fine del genocidio e lo stop all’occupazione. Questa manifestazione ha suscitato polemiche per la coincidenza con la Giornata della Memoria e per lo slogan “From the river to the sea, Palestine will be free”, considerato da alcuni antisemita.
La Corte dell'Aja: Israele deve prevenire atti di genocidio
Telegiornale 26.01.2024, 20:00