Riuniti in assemblea a Davos durante il finesettimana, i delegati del Partito Socialista hanno condannato la presunta incoerenza dei dirigenti delle grandi società che ai discorsi altisonanti - su guerra, povertà e cambiamento climatico - non farebbero seguire alcun fatto. A favore del potere d’acquisto, della parità di genere e contro il surriscaldamento globale dice invece di battersi il PS.
A un anno dalle Elezioni federali, il partito di sinistra ha scelto di mettere in evidenza il tema della sanità. Domenica i 400 delegati discuteranno di un documento che vorrebbe un deciso intervento dello Stato nel settore. “È in corso una crisi dei medicamenti mondiale - spiega la co-presidente Mattea Meyer - Le aziende farmaceutiche funzionano con la stessa logica delle altre aziende: conta il profitto. (...) I settori meno lucrativi, come quello degli antibiotici o delle malattie tropicali, non vengono considerati. Serve quindi un maggiore controllo democratico, tramite l’acquisto di Sandoz che diventerebbe per così dire la farmacia mondiale. Vogliamo farmaci accessibili per tutti, in Svizzera e nel mondo”.
Sandoz, attiva in oltre cento Paesi e che produce oltre 1’000 medicamenti, in particolare generici e antibiotici, ha oggi un prezzo di mercato che si aggira attorno ai 15 miliardi di franchi. Ma come convincere le altre forze politiche affezionate al principio del libero mercato? Secondo Meyer quest’ultimo non esisterebbe in realtà: “Molti medicamenti si basano su una ricerca che viene finanziata dalla mano pubblica. Gli utili però vanno poi ai privati. Oggi inoltre, lo ripeto, le aziende farmaceutiche possono dettare i prezzi con accordi sotterranei”.
9 miliardi all’anno dei costi di base delle casse malati vanno sui farmaci. E non tutti sono sempre disponibili
Bruno Storni, Consigliere nazionale (PS)
Nella due giorni socialista all’insegna della sanità si è tornati a parlare anche di cassa malati unica. Sul tavolo c’è un’iniziativa popolare che dovrebbe essere lanciata in febbraio e che vorrebbe aiutare cantoni come il Ticino grazie a una parziale compensazione intercantonale per contrastare la differenza delle tariffe.
Confermata la presidenza del partito
I delegati del PS nell’assemblea tenutasi nei Grigioni hanno anche confermato all’unanimità i consiglieri nazionali Cédric Wermuth e Mattea Meyer alla presidenza del partito. L’assemblea ha anche adottato una risoluzione sulla violenza di genere e sulla politica finanziaria
In un documento programmatico, i delegati hanno chiesto l’abolizione a lungo termine del freno all’indebitamento, che imita l’organizzazione democratica e divide la società. “Se lo Stato riduce le sue responsabilità in settori chiave, non fa altro che scaricare i costi sulla popolazione, molto spesso sulle donne”, ha sostenuto Wermuth.
Nel documento, la direzione del partito auspicava la modernizzazione del freno all’indebitamento, a causa della sua fattibilità politica. La proposta più radicale ha però prevalso, seppur di poco. Tra le altre richieste, ci sono investimenti a favore del potere d’acquisto, la parità di diritti e la protezione del clima.
In precedenza, il PS ha pure adottato una risoluzione volta a garantire che le vittime della violenza di genere ottengano maggiore sostegno e protezione. Tali offerte devono essere diffuse su tutto il territorio, affinché le persone in cerca di aiuto possano usufruirne, si legge nel documento presentato dalle donne socialiste. I Cantoni e la Confederazione sono invitati a creare un numero sufficiente di luoghi di rifugio e centri di consulenza. Ogni giorno in Svizzera in media 100 vittime di violenze si rivolgono ai servizi di assistenza. Tre su quattro sono donne.