“La Svizzera non è in ritardo per accedere al vaccino, ma ci vorrà tempo per vederlo in commercio nel nostro paese”. A dirlo è Daniel Speiser, capo del gruppo di immunologia della Swis Task Force Covid-19, che si esprime ai microfoni della RSI dopo le notizie del weekend in cui si riferiva del ritardo elvetico nella corsa al vaccino dovuto secondo alcuni esperti allo stop del finanziamento sullo studio del vaccino americano Moderna nel nostro Paese, a cui avrebbe dovuto partecipare anche l'EOC. Un ritardo dovuto anche al fatto che la Confederazione per ora non ha ancora concluso alcun contratto con case farmaceutiche produttrici.
“Ci sono certo dei tempi stretti da rispettare - Spiega Speiser - ma questi tempi possono essere recuperati. E c'è anche una certa possibilità che la Confederazione stanzi questi soldi per questo studio del vaccino statunitense di Moderna”-
Trattative complesse
Ad oggi sono centinaia i vaccini allo studio, 26 quelli in fase di test clinici sull'uomo e le trattative non sono così facili da portare avanti. La concorrenza internazionale è tuttavia agguerrita se si pensa che Stati Uniti e UE hanno già stanziato miliardi. “Se ci confrontiamo con questi Paesi, più avanzati e con un approccio più aggressivo, certo la Svizzera è in ritardo, ma questa non è la maniera giusta per vedere la questione: non è una corsa, ma un'iniziativa globale".
Forse dopo la primavera prossima
Intanto sulle tempistiche per ottenerlo in Svizzera, Speiser non è così positivo come altri suoi colleghi. "Sui media si legge che potremmo averlo già tra tre mesi, ma è troppo ottimistico. Questo perché potremmo sì avere vaccini pronti e vaccinare le persone, ma non abbiamo ancora risultati affidabili sulla loro efficacia e sicurezza. Bisogna quindi aspettare almeno sino a fine anno o piuttosto l'anno prossimo. Sono questi i tempi minimi necessari per lo sviluppo”. Secondo Speiser è ottimistico pensare di averlo anche per la primavera 2021.