Per finanziare la tredicesima AVS il Consiglio Federale propone due strade: aumentare esclusivamente i contributi salariali oppure - in alternativa - un aumento più lieve di questi contributi, a cui si aggiunge un innalzamento dell’IVA. Il Governo non vuole che la rendita aggiuntiva pesi sulle finanze federali e per questo - temporaneamente - ridurrà la partecipazione della Confederazione alle spese dell’AVS. La prima rendita sarà versata nel 2026 in un’unica tranche.
A meno di un mese dal sì alla tredicesima AVS, dunque, il Consiglio federale ha trovato soluzioni per finanziarla, e ha dovuto fare piuttosto in fretta. “Visto che c’è poco tempo fino all’entrata in vigore dell’iniziativa, le opzioni di finanziamento sono poco numerose”, spiega Elisabeth Baume-Schneider, consigliera federale.
E così, per il finanziamento della rendita aggiuntiva - che costerà inizialmente 4,2 e poi 5 miliardi di franchi - il governo propone due varianti. La prima prevede un aumento dei contributi salariali di 0,8% punti percentuali. La seconda un aumento di questi contributi di 0,5 punti percentuali, abbinata ad un aumento dell’IVA di 0,4% punti percentuali. Le due varianti sono ora in consultazione. “Durante la campagna abbiamo sempre detto che questa decisione avrebbe avuto un costo. Ora è importante legare la decisione al suo finanziamento. Non è mai stato un tabù dire che sarebbe avvenuto coi contributi salariali e altre soluzioni”, dice Elisabeth Baume-Schneider.
Per evitare che la 13esima AVS pesi sulle finanze federali, il Governo ha poi deciso di ridurre temporaneamente e fino alla prossima riforma la partecipazione federale all’AVS. Per compensarlo propone due varianti; anch’esse passano da un aumento dei contributi salariali e dell’IVA. “Ricordiamo che oggi la Confederazione paga 10 miliardi all’AVS e con l’aumento demografico ne pagherà 11. Non si può dire che ci deresponsabilizziamo e diventiamo meno solidali. Si tratta solo di permettere che vi sia un dibattito politico tranquillo”, spiega Elisabeth Baume-Schneider.
La tredicesima AVS sarà versata a partire dal 2026 e sarà versata in un’unica tranche, come la tredicesima classica. Come mai?
“Pensiamo che questo versamento unico permetta alle persone di viverlo come qualcosa di straordinario ed eccezionale. Per questo al momento la riteniamo l’opzione migliore”, dice Elisabeth Baume-Schneider.
Il messaggio sarà sottoposto al Parlamento ancora quest’anno. Poi il governo penserà alla nuova riforma strutturale del primo pilastro e anche qui occorrerà trovare il percorso tra paletti della socialità e delle finanze.
Veniamo allora alle reazioni di sindacati e partiti di governo. Una cosa è già chiara: i dibattiti in Parlamento si annunciano - sin d’ora - accesi.
Il presidente dell’unione sindacale svizzera giudica positivo il fatto che il Consiglio federale dimostri di voler rispettare la volontà popolare. “Il finanziamento attraverso i contributi salariali ci sembra il sistema più solidale e poi bisogna considerare che nell’assicurazione disoccupazione ci saranno degli abbassamenti dei contributi, ciò dovrebbe compensare questo aumento. È un metodo stabile, solido e solidale, che a noi va bene. L’IVA ci piace invece meno, ma vediamo che il Consiglio federale predilige piuttosto l’opzione dei contributi salariali”, dice Pierre Yves Maillard, consigliere agli Stati PS-VD.
Secondo il capogruppo dell’Alleanza del Centro, invece, a breve termine ci può essere solo un mix fra un aumento dei contributi salariali e dell’IVA. “Puntare unicamente sui contributi salariali per noi non sarebbe una via percorribile. Un mix è possibile, ma a medio termine ci vorrà poi una soluzione alternativa. La nostra proposta è una tassa sulle transazioni finanziarie in borsa”, sottolinea Philipp Matthias Bregy, consigliere nazionale Alleanza del Centro.
Le proposte formulate dal Consiglio federale non piacciono al presidente del PLR. “Siamo dell’idea che prima di parlare di entrate supplementari, che pesano sul ceto medio e sulle piccole e medie imprese, bisogna considerare il potenziale di risparmi all’interno della Confederazione. Inoltre, prima di prendere decisioni, bisogna attendere l’esito della votazione sui premi delle casse malati a giugno, perché se quell’iniziativa venisse accettata, si aggiungerebbero costi colossali che bisognerebbe anche finanziare”, dice Thierry Burkart, consigliere agli Stati PLR-AG.
L’UDC, infine, giudica inaccettabile finanziare la tredicesima AVS con più tasse e trattenute salariali che, secondo il capogruppo in Parlamento, pesano sulla popolazione attiva e sull’economia. “Ci attendiamo piuttosto che gli altri partiti siano pronti a risparmiare sulle spese della Confederazione, che sono aumentate di miliardi, soprattutto nel settore dell’asilo e dell’aiuto allo sviluppo e per il personale della Confederazione. Bisogna agire lì”, spiega Thomas Aeschi, consigliere nazionale UDC-ZG.
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