Un aumento esclusivamente dei contributi salariali oppure un aumento di questi contributi sommato a un innalzamento dell’IVA: sono queste le due varianti identificate dal Governo per finanziare la 13esima AVS (4,2 miliardi di franchi all’anno, a cinque anni dall’introduzione si passerà a 5 miliardi), largamente approvata nella votazione del 3 marzo scorso. Lo ha comunicato la consigliera federale e responsabile del Dipartimento federale dell’interno Elisabeth Baume-Schneider, che ha pure specificato che la rendita supplementare sarà versata una volta all’anno e si prevede il primo pagamento già dal 2026.
“In questo modo il Consiglio federale vuole evitare che la situazione finanziaria dell’AVS si deteriori rapidamente” si legge in un comunicato stampa. Per evitare che le finanze federali risultino ulteriormente gravate, ha inoltre deciso di ridurre temporaneamente il contributo federale alle spese dell’AVS.
In relazione alle due proposte il Consiglio federale ha incaricato il Dipartimento federale dell’interno (DFI) di preparare le necessarie modifiche della legge federale sull’assicurazione per la vecchiaia e per i superstiti (LAVS) e della legge federale sulle prestazioni complementari all’assicurazione per la vecchiaia, i superstiti e l’invalidità (LPC).
Le due varianti (e le altre due sulla riduzione del contributo fisso)
Il governo federale, sottolineando di voler garantire il finanziamento della rendita supplementare già al momento della sua introduzione, propone concretamente o un aumento dei contributi salariali di 0,8 punti percentuali, o in alternativa un aumento combinato dei contributi salariali (+0,5 punti percentuali) e dell’imposta sul valore aggiunto (+0,4 punti percentuali).
In merito alla citata riduzione del contributo fisso della Confederazione all’AVS, il Governo, per non gravare ulteriormente il bilancio federale, prevede di ridurre questo contributo dal 20,2% al 18,7% delle spese dell’AVS, in cui rientrerà anche la 13esima. Questa riduzione sarà effettiva dal 1° gennaio 2026 fino all’entrata in vigore della prossima riforma del primo pilastro.
Anche per compensare la riduzione della partecipazione della Confederazione il Consiglio federale prevede due varianti nello stesso solco: nella prima, i fondi necessari saranno prelevati dal Fondo AVS; nella seconda, invece, occorreranno ulteriori entrate, che proverranno o da un aumento dei contributi salariali (+0,2 punti percentuali) o da un aumento combinato dei contributi salariali e dell’imposta sul valore aggiunto (rispettivamente, +0,1 e +0,2 punti percentuali). “Queste entrate confluirebbero nell’AVS, evitando che il Fondo AVS sia ulteriormente gravato a causa del minore contributo federale” si legge nella nota.
Nuova riforma AVS a fine 2026: da valutare anche “aumento età pensionamento”
Considerato che l’AVS dovrà affrontare importanti sfide finanziarie e, nonostante le misure proposte, si prevedono comunque deficit a partire dal 2030 a causa dell’aumento del numero dei pensionati e della speranza di vita, come già noto il Consiglio federale – incaricato dal Parlamento tre anni fa – elaborerà entro il 2026 una nuova riforma per il periodo successivo al 2030. “Nell’ambito di questa riforma andranno vagliate anche misure strutturali quali l’aumento dell’età di riferimento e altre possibilità di finanziamento non attuabili a breve termine”.
Infine, per garantire l’attuazione e il finanziamento della 13esima AVS nei tempi previsti, il DFI presenterà entro l’estate del 2024 un progetto da porre in consultazione sulla base dei parametri decisi. Il messaggio dovrà essere sottoposto al Parlamento entro l’autunno del 2024. “Le modifiche di legge per l’attuazione della 13esima rendita e quelle per il suo finanziamento dovranno essere proposte in un pacchetto con due progetti separati, così da garantire che le modifiche di legge per l’attuazione possano entrare in vigore anche se il finanziamento dovesse subire ritardi o essere respinto in un’eventuale votazione popolare” conclude il comunicato.
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Notiziario 27.03.2024, 15:00
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