Svizzera

Accordo sul grano, cosa rischia la Svizzera?

"Ci riforniamo principalmente nel Nord America", Giovanni Berardi, presidente di Agrifutura: non dovrebbero dunque esserci problemi di approvvigionamento. I prezzi invece potrebbero aumentare

  • 19 luglio 2023, 12:51
  • 4 settembre 2023, 17:00

Intervista a Giovanni Berardi, presidente di Agrifutura

RSI New Articles 19.07.2023, 12:00

  • Keystone
Di: ATS/RG/RedMM

La decisione di non rinnovare l’accordo sul grano ucraino, annunciata il 17 luglio da Mosca, “non dovrebbe avere particolari ripercussioni” in Svizzera. Secondo Giovanni Berardi, presidente di Agrifutura, infatti, “si è appurato che la Svizzera è abbastanza indipendente dal mercato del grano dell’Est Europa perché si rifornisce principalmente nel Nord America”. Per questo, al momento, rischi sull’approvvigionamento non dovrebbero essercene”.

Diverso il discorso sul prezzo. Qui occorre “vedere come evolve la situazione nell’Est Europa”, dice ancora Berardi. Che continua: “Se dovesse essere trovato un nuovo accordo sull’esportazione del grano i prezzi potranno rimanere stabili; se invece dovesse esserci una carenza del grano, questa provocherà un aumento dei prezzi sul mercato mondiale. Ne faranno le spese anzitutto i paesi in via di sviluppo. In Svizzera con la forza d’acquisto del franco non dovremmo avere grosse ripercussioni, però non si sa mai”.

Nel 2022, l’incertezza sull’esportazione del grano, aveva portato gli agricoltori, anche in Ticino, a valutare l’opportunità di aumentare la produzione indigena. Ma, spiega ancora Berardi, “non sembra che i contadini abbiano conservato più grano perché la crisi l’anno scorso era rientrata abbastanza rapidamente”.

Anche secondo Pierre-Yves Perrin, direttore della Federazione svizzera dei produttori di cereali (FSPC), “le conseguenze per la Svizzera saranno piuttosto minime”. Ripreso dai microfoni della radiotelevisione svizzero romanda RTS ha detto: “Potremmo avere alcune difficoltà con la logistica e il trasporto, ma le forniture sono garantite".

Secondo il direttore della FSPC i cereali da foraggio, che vengono importati in massa per coprire il fabbisogno interno del Paese, potrebbero essere interessati maggiormente dalla scadenza dell'accordo. "È su questo tipo di frumento che i mercati saranno più rigidi nelle prossime settimane", ha affermato. "Forse sarà un po' complicato, ma le quantità necessarie potranno arrivare in Svizzera", ha rassicurato Perrin.

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