L'aumento del tasso di interesse di riferimento annunciato giovedì dall'Ufficio federale delle abitazioni legittima i proprietari fondari ad aumentare gli affitti. Non si tratta di avidità, afferma Monika Sommer, vicepresidente dell'associaizone di categoria: "Anche loro devono pagare i tassi ipotecari crescenti", spiega, "sono quindi confrontati a costi supplementari effettivi".
I proprietari che avevano ridotto l'affitto quando il tasso scendeva "oggi non si devono vergognare se l'aumentano", sostiene, perché "agiscono correttamente".
Per l'ASI, proprietari favoriti dalle regole
I timori dell'Associazione svizzera degli inquilini è invece che ne approfittino anche quei proprietari legati ai locatari da contratti vecchi e mai adeguati al mercato diventato più redditizio. Carlo Sommaruga, il presidente, invita ad agire rapidamente se ricevono la notifica di un aumento che non ritengono giustificato. "Hanno solo 30 giorni per contestarlo. Se non lo fanno, non solo entrerà in vigore ma i futuri incrementi saranno calcolati su questo aumento accettato".
Le regole in vigore, secondo l'ASI, sono favorevoli ai proprietari e lasciano gli inquilini in una posizione di debolezza. Per questo - spiega Sommaruga - si intende lanciare un'iniziativa popolare che "ha come scopo un metodo di controllo degli affitti al posto di quello attuale, che non funziona, e un modo di calcolo che non sia quello del mercato".
Negli anni '90, quando i tassi di riferimento erano cantonali, si constatò che le pigioni seguivano più rapidamente gli aumenti piuttosto che le riduzioni. Da quando l'attuale modalità è in vigore inoltre - e sono 15 anni - il tasso è stato ritoccato a più riprese verso il basso ma gli affitti non sempre hanno tenuto il passo e, secondo Sommaruga, 78 miliardi di franchi sono stati trasferiti indebitamente dalle tasche degli inquilini.
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