Un salto indietro di una decina di giorni: in Vallese, duramente colpito dal maltempo e da nevicate record, le valli di Saas e Zermatt restano completamente isolate e senza elettricità. Ad andare in panne in queste zone è stata però anche Polycom, la rete radio utilizzata da autorità e soccorritori.
Una panne decisamente grave, perché se cade questa rete digitale si spengono le comunicazioni di polizia, pompieri, ambulanze, guardie di confine e protezione civile. In totale si parla di circa 66’000 utenze. Alcuni servizi tra loro usano ancora l’analogico ma sono comunque agganciati a Polycom e, in caso di panne, il coordinamento salta. A titolo di confronto, nel 2021 ad esempio un guasto generale a Swisscom rese i servizi d’emergenza irraggiungibili per un’intera notte, ma polizia e soccorritori poterono comunque lavorare proprio grazie a Polycom.
In Vallese è invece andata diversamente. Ma perché è successo? In seguito a una concatenazione di eventi - come i blackout e l’inaccessibilità delle infrastrutture causa neve - anche Polycom è caduta nelle zone colpite dal maltempo ed è rimasta spenta per 24 ore, quando la sua autonomia in casi del genere dovrebbe invece essere di 72 ore.
Un disservizio come scritto grave che approderà presto in Parlamento e sarà oggetto di alcuni interventi dei deputati alle Camere.
Sollecitato da SEIDISERA sulla possibilità di nuove défaillance del sistema, l’Ufficio federale protezione popolazione ha risposto che “nonostante i numerosi eventi naturali che regolarmente causano blackout locali di lunga durata, guasti di questo genere non si erano mai verificati. Fino all’incidente del 17-18 aprile, le misure adottate dai gestori delle stazioni di trasmissione per prevenire le interruzioni hanno funzionato molto bene. Gli stessi gestori sono peraltro tenuti a verificare annualmente la resistenza del sistema per identificare ed eliminare eventuali punti deboli. Le esperienze maturate durante il recente incidente verranno condivise con gli operatori ai quali spetterà l’attuazione di eventuali misure supplementari”.
Polycom, una storia travagliata e un futuro ancora da decidere
Quello accaduto in Vallese è però solo l’ultimo capitolo di una storia travagliata, quella di Polycom, che ha già creato problemi alle istituzioni. I dubbi e le polemiche erano sorti infatti un po’ ovunque, Ticino compreso, quando una quindicina d’anni fa si era trattato di agganciarsi al sistema sfruttando i contributi federali e la rete già esistente delle guardie di confine.
Il peccato originale consisterebbe nell’aver introdotto nel 2000 una tecnologia già vecchia (chiamata Tetrapol) e ancora oggi non affidabile al 100% nonostante l’avvenuto aggiornamento. Non solo: i costi complessivi si aggirano attorno al miliardo e mezzo di franchi e l’azienda che produce le radio - la Airbus - interromperà presto la loro fabbricazione, seppur garantendo la manutenzione del sistema fino al 2035.

Berna, si ragiona sulle catastrofi naturali
SEIDISERA 26.06.2024, 18:44
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Il Consiglio federale ha già pertanto deciso di uscire da Polycom, con lo scopo di adottare un nuovo sistema che dal 2035 dovrebbe coinvolgere gli operatori di telefonia mobile sulla base della tecnologia 3GPP. Alcuni media d’oltralpe hanno svelato che si starebbe però anche guardando una soluzione satellitare a basso costo.
Sulla questione, sempre l’Ufficio federale protezione popolazione ha affermato alla RSI che “l’implementazione delle tecnologie 3GPP è attualmente il miglior approccio, adottato anche da altri Paesi. La soluzione satellitare non fa attualmente parte dello standard 3GPP (tecnologie 4G, 5G e 6G)”.
L’integrazione dei satelliti, magari anche solo a supporto, non è comunque esclusa e la consultazione è ancora in corso.