Nel 2024 sono stati recensiti in Svizzera 1’211 casi di discriminazione razziale, 335 in più rispetto all’anno precedente, con un aumento di quasi il 40%. Lo rileva il rapporto annuale dei centri di consulenza sul razzismo, sottolineando che la maggior parte degli episodi si è verificata a scuola e sul posto di lavoro e che le segnalazioni più frequenti hanno riguardato la xenofobia (35%) e il razzismo contro i neri (30%).
Il numero delle segnalazioni alla rete di consulenza per le vittime del razzismo è in costante aumento da diversi anni, hanno comunicato oggi (domenica) la Commissione federale contro il razzismo (CFR), l’organizzazione non governativa che difende i diritti umani in Svizzera humanrights e la rete di consulenza per le vittime del razzismo.
L’ evoluzione viene spiegata con diversi fattori: da un lato, alcuni eventi geopolitici e la crescente polarizzazione dell’opinione pubblica; dall’altro, la maggiore visibilità dei centri di consulenza induce le persone colpite a cercare più frequentemente un sostegno in caso di discriminazione razziale.
Maggiore prevenzione e più mezzi d’intervento a scuola
Come nel 2023, la maggior parte dei casi registrati si è verificata nel settore dell’istruzione (19%), in particolare nelle scuole dell’obbligo. Il fatto che questo fenomeno colpisca i bambini e i giovani a scuola dimostra chiaramente che occorre intensificare gli sforzi per informare gli alunni, ma anche fornire una formazione regolare al personale docente e a mettere a loro disposizione mezzi di prevenzione e intervento. La scuola deve essere un luogo sicuro per tutti, secondo la CFR e humanrights.
Per quanto riguarda la tipologia, la xenofobia è stata più diffusa nei luoghi di lavoro, mentre il razzismo contro i neri è stato maggiormente registrato nelle scuole. Il motivo di discriminazione che è progredito di più rispetto all’anno precedente è stato il razzismo anti-musulmano con il 17% della quota complessiva (209 segnalazioni), mentre l’antisemitismo è rimasto alto con 66 casi.
Il razzismo causa una grande sofferenza alle persone che ne sono vittime e, in alcuni casi, può avere gravi ripercussioni sulla loro salute, oltre a determinare una perdita di fiducia nelle istituzioni e negli altri, sottolineano CFR, la rete di consulenza e humanrights.