Da Berna nuove misure per le catastrofi naturali

La Confederazione ha proposto mercoledì una nuova rete di comunicazione per polizia, pompieri, servizi sanitari e protezione civile. Il progetto, ora in consultazione, rientra in un vasto piano di modernizzazione volto a migliorare e rafforzare le misure di sicurezza della Svizzera in caso di catastrofe, e la protezione della popolazione.

Il piano prevede l’introduzione di un sistema di comunicazione mobile a banda larga che sostituirà la controversa rete Polycom entro il 2030. Utilizzerà le infrastrutture degli operatori di telefonia mobile e sarà dotato di elementi di resistenza alle crisi, come un’alimentazione elettrica d’emergenza indipendente. Il costo stimato per il progetto è di quasi tre miliardi di franchi distribuiti su vent’anni (2026-2046), con il 30% a carico della Confederazione e il restante 70% coperto dai Cantoni. Per il Ticino, la spesa ammonterà a 82,5 milioni di franchi, mentre per i Grigioni sarà di 47 milioni.

Tra le altre iniziative, c’è l’elaborazione di un sistema d’allarme per catastrofi con notifiche sui cellulari e la revisione del piano rifugi. La gestione delle sirene resterà ai Cantoni per altri quattro anni a causa di difficoltà pratiche e finanziarie, in attesa dell’approvazione parlamentare.

Parallelamente, il Consiglio federale ha pubblicato un rapporto sull’analisi delle capacità di intervento in caso di pericoli naturali dovuti al cambiamento climatico. Il rapporto evidenzia che tre quarti delle capacità richieste sono attualmente ben coperte, ma ci sono ancora margini di miglioramento, come nei piani di evacuazione per le piene, nella disponibilità di personale qualificato per i terremoti e nei servizi sanitari per grandi masse di pazienti.