La nuova Legge federale su un approvvigionamento elettrico sicuro con le energie rinnovabili prende le mosse dai problemi per le importazioni di elettricità determinati, segnatamente, dalle conseguenze della guerra in Ucraina e dalle implicazioni legate alla sostituzione delle fonti fossili. La normativa, approvata lo scorso autunno dal Parlamento, è stata però presa di mira da un referendum, che è riuscito con più di 63’000 firme a sostegno. L’ultima parola su questo dossier spetterà quindi al corpo elettorale in occasione delle votazioni del 9 giugno.
La direzione tracciata dalla legge consiste in un potenziamento, su basi sostenibili, della produzione nazionale di elettricità. È quindi stabilita una proroga, per la durata di un quinquennio, degli strumenti di promozione delle fonti rinnovabili introdotte a seguito dell’approvazione, 7 anni fa, della Strategia energetica 2050. Per quanto riguarda l’energia solare, continueranno quindi a essere corrisposti contributi per gli impianti fotovoltaici installati sugli immobili. È quindi prevista un’armonizzazione a livello nazionale delle tariffe minime che concernono l’immissione in rete dell’elettricità così ottenuta.
In relazione ai grandi impianti solari e ad energia eolica, la normativa si prefigge di stabilire un giusto equilibrio fra la produzione di elettricità e l’impatto sulla natura e il paesaggio. Le installazioni saranno quindi sempre vietate in aree, come biotopi o riserve per gli uccelli, che necessitano di una particolare tutela a livello ambientale. Ai Cantoni spetterà quindi individuare territori adatti in funzione di impianti definiti, per le loro grandi dimensioni, di interesse nazionale: queste installazioni potranno beneficiare di condizioni di pianificazione agevolate.
Elettricità e rinnovabili: il video esplicativo diffuso in vista della votazione
Per l’energia idroelettrica la normativa prevede sia il potenziamento di centrali già operative, che l’edificazione di nuovi impianti. Contempla quindi, fra innalzamenti di dighe e nuovi bacini, una quindicina di progetti. L’obiettivo è di assicurare una sufficiente disponibilità di elettricità durante gli inverni. Compete quindi ai gestori l’accumulazione di riserve d’energia per l’inverno al fine di evitare il rischio di carenze di elettricità: dovranno, in sostanza, mantenere nei loro impianti sufficienti quantitativi di acqua per produrre elettricità nei mesi freddi.
Altri aspetti della legge concernono il sostegno all’efficienza energetica, misure volte a evitare un sovraccarico della rete e la costituzione di comunità per la compravendita di elettricità prodotta localmente grazie all’energia solare. A livello giuridico sarà sempre possibile votare nei comuni su progetti concreti. Persone fisiche e associazioni potranno poi sempre avvalersi del diritto a ricorrere. Le possibilità di riuscita di un ricorso, tuttavia, saranno anche ridotte dalle condizioni di pianificazione agevolate e dall’integrazione, nella normativa, dei progetti volti a potenziare il settore idroelettrico.
Gli argomenti del “no”
I promotori del referendum denunciano una distorta commisurazione degli interessi fra la tutela della natura e la produzione di energia: la nuova normativa, sostengono, farà sì che la produzione di elettricità prevalga su ogni altro aspetto, aprendo così la strada alla costruzione di grandi parchi fotovoltaici nelle Alpi, a disboscamenti per l’installazione di pale eoliche e alla sommersione di intere aree naturali in funzione dei nuovi impianti idroelettrici.
La legge, alla luce delle agevolazioni che prevede, viene quindi ritenuta lesiva della sovranità del popolo, dei cantoni se non addirittura dei comuni. Va quindi riequilibrata con l’obiettivo di assicurare la protezione della natura. La via da seguire per le necessità energetiche, secondo i contrari, deve passare attraverso soluzioni che non comportino devastazioni ambientali: come il risparmio energetico e lo sfruttamento del potenziale per l’energia solare offerto da edifici e infrastrutture esistenti.
La posizione di Governo e Parlamento
Per il Consiglio federale e le Camere il progetto non inciderà sui diritti democratici del popolo e rafforzerà la sicurezza degli approvvigionamenti energetici, nel rispetto della natura e del paesaggio. Per quanto attiene agli impianti idroelettrici, si rileva che i progetti indicati nella legge hanno sostanzialmente messo d’accordo il WWF, Pro Natura e la Federazione svizzera di pesca.
La normativa getta quindi le basi per un celere aumento della produzione di elettricità e si colloca su un percorso legato anche al raggiungimento di obiettivi di più ampio respiro. Secondo infatti la legge sul clima e sull’innovazione, accolta alle urne lo scorso anno, il Paese dovrà conseguire entro il 2050 la neutralità a livello climatico. La normativa sottoposta ora a referendum viene quindi definita come una premessa essenziale per questo traguardo.
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Democrazia diretta 14.05.2024, 21:05