Le calamità naturali non sono certo evitabili attraverso la tecnologia. Il loro impatto, tuttavia, può essere senz’altro meglio gestito attraverso i dispositivi di allerta rivolti alla popolazione. Ma è proprio su questo punto che la Svizzera appare in ritardo rispetto ad altri Paesi. Un sistema “cell broadcast”, che consentirebbe di avvertire automaticamente sui rischi coloro che si trovano in una regione esposta, non è stato infatti ancora introdotto in Svizzera, nonostante se ne discuta da anni. E una mozione parlamentare, volta ad una rapida introduzione, era stata anche approvata nel 2023.
“La Svizzera non è certamente leader” in questo ambito, osserva la consigliera nazionale Maja Riniker (PLR/AG), che attualmente presiede la Federazione svizzera della protezione civile (FSPC). Potendo allertare le persone con un messaggio automatico sui cellulari, “credo che si possa fare qualcosa affinché la consapevolezza o l’allarme” divengano normali e quindi “si agisca più rapidamente”.
RG 07.00 del 03.07.2024
RSI Info 03.07.2024, 08:18
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E il sistema “cell broadcast” va proprio in questa direzione. Con tre righe di testo, che appaiono sui cellulari di coloro che si trovano in una regione a imminente rischio di una catastrofe. Questo dispositivo viene già sfruttato negli USA, in Giappone, nel Canada e in Italia. Quanto alla Svizzera, 10 anni fa l’Ufficio federale della protezione civile (UFPP) decise, viste anche le possibilità tecnologiche del momento e una valutazione dei costi, di introdurre l’app Alertswiss.
“È un primo passo ma non è sufficiente”, sostiene Riniker, rammentando la procedura che per questa soluzione va seguita: occorre infatti “installare attivamente un’app, definire la regione” per cui si vuole essere avvertiti e “anche attivare notifiche push”. Oggi Alertswiss è utilizzato in Svizzera da una persona su quattro. E le vittime in Vallemaggia apparentemente non sapevano nulla dell’allerta da parte delle autorità.
Una mozione di Maja Riniker venne approvata dal Parlamento nel 2023, ma necessita ancora di una base giuridica
La presidente della FSPC presentò 3 anni fa una mozione per chiedere un’introduzione, la più rapida possibile, del “cell broadcast” anche in Svizzera. L’anno scorso venne approvata dal Parlamento, ma necessita ora di una base giuridica. “Purtroppo nel nostro Paese ciò richiede molto tempo”, spiega la consigliera nazionale, auspicando che nel frattempo non si verifichino altri eventi calamitosi. “Me lo auguro anche per tutti coloro che in Ticino e in Vallese stanno affrontando situazioni molto difficili”. Su come procedere, il Governo dovrebbe esprimersi entro la fine dell’anno.