Amnesty International, nel suo rapporto annuale, critica la Svizzera per il suo trattamento dei richiedenti l’asilo e per la prevenzione insufficiente della discriminazione razziale.
Nei casi dei
rimpatri coatti, viene rimproverata la mancanza di una regolamentazione nazionale omogenea e auspicata una maggiore attenzione all’interesse superiore del bambino quando l’espulsione rischia di separare una famiglia.
Citate dall'organizzazione umanitaria iniziative UDC approvate dalla popolazione
Mancherebbe inoltre una definizione chiara di “razzismo” in tutti gli ambiti legislativi. Occorrerebbero misure per evitare che le persone siano oggetto di controlli di polizia solo per motivi di appartenenza etnica.
Vengono citate poi le
“condizioni umilianti” dei detenuti al carcere ginevrino di Champ-Dollon del quale è criticato il sovraffollamento (900 detenuti per 376 posti).
Il carcere ginevrino di Champ-Dollon
Infine non sono risparmiate le iniziative popolari UDC che “non sono applicate perché contrarie al diritto internazionale”. L’organizzazione parla in particolare di quella sul rimpatrio di criminali stranieri e di quella contro l'immigrazione di massa.
“In Ucraina bombe a grappolo”
Sul fronte internazionale, l’organizzazione denuncia l’uso di armi illegali nel conflitto nel sudest dell’Ucraina, dove sarebbero state impiegate bombe a grappolo. Amnesty critica entrambe le fazioni, esercito regolare e separatisti filorussi, per l’alto numero di vittime tra la popolazione civile derivanti dai colpi di mortaio o razzi sparati in aree popolate.
In Ucraina, l'organizzazione per i diritti umani ha anche registrato rapimenti, torture e uccisioni sommarie da parte di battaglioni di volontari al fianco del governo e da parte di unità combattenti dei separatisti.
Nel rapporto pubblicato oggi,mercoledì, sui diritti dell’uomo in 160 paesi, Amnesty International teme inoltre un forte aumento globale di civili esposti alla violenza dei gruppi armati nelle zone di guerra, un moltiplicarsi degli attacchi contro la libertà di espressione e l'aggravarsi della crisi dei rifugiati siriani. L’organizzazione biasima infine il Consiglio di sicurezza dell’ONU per non essere in grado di risolvere le crisi umanitarie e chiede esplicitamente ai cinque membri permanenti (Stati Uniti, Russia, Francia, Regno Unito e Cina) di limitare il più possibile il loro diritto di veto.
Ats/ZZ
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