Aperti i colloqui per il Sudan, ma c’è un grande assente

Sono iniziati questo mercoledì i colloqui per il cessate il fuoco in Sudan. Gli incontri, che si tengono a Ginevra, sono guidati dagli Stati Uniti. Grande assente è però l’esercito regolare sudanese.

A causa della guerra, scoppiata nell’aprile 2023, il Paese si trova sull’orlo della carestia e decine di migliaia di persone sono morte. “È giunto il momento di mettere a tacere le armi”, ha dichiarato Tom Perriello, inviato speciale degli Stati Uniti per il Sudan.

Il conflitto vede da una parte l’esercito del generale Abdel Fattah al-Burhan e dall’altra le Forze paramilitari di supporto rapido (RSF) del suo ex vice, il generale Mohammed Hamdan Daglo. Le ostilità hanno avuto inizio quando Hamdan ha invaso la capitale Khartum per togliere la guida del Paese ad al-Burhan.

I precedenti round di negoziati, che si sono tenuti a Gedda (Arabia Saudita), sono falliti. Gli Stati Uniti avevano invitato l’esercito e i paramilitari a partecipare ai colloqui a Ginevra. Questi ultimi hanno accettato l’invito, mentre l’esercito ha fatto capire che non si sarebbe presentato.

L’obiettivo dei colloqui, indica il segretario di Stato americano Antony Blinken, è di “raggiungere la cessazione delle violenze in tutto il Paese, consentire l’accesso umanitario a tutti coloro che ne hanno bisogno e mettere in atto un solido meccanismo di monitoraggio e verifica per garantire l’attuazione di un eventuale accordo”.

Stando un esperto citato dall’agenzia di stampa AFP, però, “l’unico modo per farli discutere è la forza bruta: o il rischio di perdere la guerra sul campo di battaglia, o il rischio di un vero e proprio isolamento diplomatico e di una vera e propria devastazione economica”.