Svizzera

Aperture domenicali, critiche e pressione su Berna

Non piacciono ad alcuni cantoni, Ticino compreso, le proposte di allentamento del Consiglio federale, giudicate troppo complicate e inapplicabili - Rizzi: “Servono soluzioni comprensibili”

  • 11 marzo, 15:30
  • 11 marzo, 19:09
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La proposta lanciata dal DEFR è condita di “regole particolari ed eccezioni inadatte e complicate, che non sono applicabili in ambito economico”

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Di: ATS/dielle

Alcuni cantoni - tra cui anche il Ticino - e diverse organizzazioni stanno esercitando pressione sul Consiglio federale affinché i negozi nelle zone turistiche urbane possano vendere i loro prodotti anche di domenica senza alcuna autorizzazione.

Da parte sua il Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR) intende in effetti allentare il divieto domenicale per gli esercizi “che offrono una determinata gamma di prodotti” nelle località con una certa affluenza di turisti internazionali, introducendo una nuova “clausola” che però sarebbe limitata alle città con più di 60’000 abitanti e laddove la percentuale degli ospiti alberghieri stranieri raggiunge una quota di almeno il 50%. Il previsto allentamento sarebbe possibile verosimilmente soltanto a Zurigo, Ginevra, Lucerna, Basilea, Losanna, Berna e Lugano.

Rizzi: “Servono soluzioni comprensibili e applicabili”

Una soluzione, quella messa sul tavolo da Berna, che non raccoglie però i favori di chi vorrebbe più libertà. “Ci aspettiamo che la Confederazione proponga soluzioni comprensibili e applicabili, sia per le autorità competenti che per le imprese interessate”, afferma ad esempio Stefano Rizzi, direttore della Divisione dell’economia del Canton Ticino.

La proposta lanciata dal DEFR è condita di “regole particolari ed eccezioni inadatte e complicate, che non sono applicabili in ambito economico” gli fa eco Carmen Walker Späh (PLR), direttrice del Dipartimento dell’economia del canton Zurigo, citata in un comunicato odierno.

La limitazione del “nuovo regolamento” a beneficio solo delle città con più di 60’000 abitanti viene giudicata “arbitraria e inadatta” anche dal sindaco di Frauenfeld Anders Stokholm, pure lui PLR, secondo il quale non si può valutare l’attrattiva turistica di una regione solo in base alla demografia. Inoltre una simile decisione “rappresenta una disparità di trattamento e genera concorrenza sleale”, ha sostenuto Stokholm, che è anche presidente dell’Unione delle città svizzere.

Critiche anche sulle restrizioni dei prodotti

Anche la restrizione sulla gamma dei prodotti acquistabili proposta dal Consiglio federale ha suscitato non poche critiche: secondo la consigliera agli stati zurighese Tiana Angelina Moser (Verdi liberali), una simile limitazione impedirebbe di offrire un’esperienza di shopping domenicale a tutti gli effetti.

Cantoni e organizzazioni chiedono dunque che vengano create zone turistiche che “rivitalizzino i centri urbani e che creino condizioni di parità per il turismo urbano”. A beneficiarne non sarebbe solo il commercio al dettaglio, ma anche l’intera catena del valore settoriale, poiché nei centri urbani esiste un “enorme potenziale di shopping che altrimenti non verrebbe sfruttato”, in particolare tra i turisti di giornata.

Oltre al Ticino ed al canton Zurigo, a sottoscrivere la richiesta sono stati anche Argovia, Turgovia, Sciaffusa, Svitto, San Gallo, Zugo e Lucerna, nonché l’associazione dei commercianti al dettaglio Swiss Retail Federation e Hotelleriesuisse.

Se i partiti borghesi e le città hanno giudicato l’apertura insufficiente, dall’altra parte la sinistra e i sindacati si sono opposti a qualsiasi ammorbidimento del divieto di lavoro domenicale.

Svizzera: i Cantoni puntano sulle aperture domenicali

SEIDISERA 11.03.2024, 18:22

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