“Ho dovuto informare la famiglia del decesso di un mio paziente. La conversazione è degenerata, mi hanno lanciato una sedia, poi sbattuto contro il muro. Alla fine sono scappato”, racconta il dottor Sascha Bättig dell’ospedale di Basilea. Insulti, ma anche violenza fisica da parte di pazienti e familiari: è quello che subiscono sempre di più gli operatori sanitari.
Il 90% ha subito violenze fisiche o psicologiche
Nei principali ospedali della Svizzera, si registra una crescita dei casi, le aggressioni sono infatti raddoppiate negli ultimi tre anni. Il 90% degli operatori sanitari afferma di aver subito violenze psicologiche o fisiche durante la propria vita lavorativa. Restando a Basilea, nell’ospedale universitario viene indicata una media di due aggressioni al giorno e ciò ha reso necessaria la presenza di personale di sicurezza non solo nel pronto soccorso.
Si tratta di una situazione che contribuisce a peggiorare la carenza di personale qualificato, che oltre a orari e stress deve a volte aggiungere anche insulti e percosse. Personale che quindi cerca lavoro altrove.
La soluzione? “Programmi di prevenzione”
Secondo Sabine Hahn, docente di cure infermieristiche all’Università di scienze applicate di Berna, i vertici delle strutture ospedaliere devono offrire ai dipendenti dei programmi di prevenzione. Programmi che, aggiunge, le ricerche internazionali hanno dimostrato essere efficaci.