In Svizzera 134 casi di aggressioni o discriminazioni nei confronti di appartenenti alla comunità LGBTQI sono stati segnalati alla apposita helpline nel corso del 2022, stando ai dati diffusi mercoledì in occasione della giornata internazionale contro l'omofobia e la transfobia.
Si tratta di un primato ma allo stesso tempo soltanto della punta dell'iceberg, stando a Transgender Network Switzerland, Pink Cross e Organizzazione svizzera delle lesbiche. Solo l'11% degli episodi viene denunciato alla polizia.
Gli operatori del settore parlano di "crescente ostilità" e puntano il dito anche contro media e politica, e il riferimento in quest'ultimo caso è all'ex consigliere federale Ueli Maurer, che nell'annunciare le dimissioni aveva provocatoriamente affermato di non volere un "es" quale successore.
Nel dettaglio, l'incremento dei casi è stato del 46% rispetto al 2021. Quattro volte su cinque si tratta di insulti e offese, nel restante 20% circa di violenze fisiche. Sono episodi che pesano sulla vita di queste persone, una parte delle quali decide di ridurre la propria visibilità in pubblico. Preoccupa in particolare l'aumento delle violenze nei confronti delle persone transessuali, che sono circa un terzo del totale.