Le persone disposte a farsi vaccinare contro il coronavirus sono leggermente in aumento in Svizzera. È quanto emerge da un sondaggio effettuato dall'istituto Sotomo. I favorevoli al vaccino erano il 41% in gennaio, mentre questo tasso è ora passato al 44%, con il 9% degli intervistati che hanno già ricevuto almeno una dose. La quota degli scettici è rimasta stabile al 23%.
Differenze si riscontrano nelle fasce d'età, con gli over 64 che sono i più disposti a farsi somministrare i preparati disponibili e gli under 35 decisamente più scettici in materia. Anche a livello geografico si riscontrano discrepanze: quasi il 20% dei romandi si oppone, un dato superiore di circa 10 punti percentuali rispetto al resto della Svizzera. Più reticenti inoltre le donne rispetto agli uomini, anche perché più soggette a effetti collaterali.
L'inchiesta online è stata realizzata fra l'11 e il 17 marzo. Il questionario è stato sviluppato dall'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) e le risposte di 1'692 persone sono state ponderate e analizzate.
Per quel che concerne la campagna nella Confederazione, le dosi somministrate nella settimana dal 5 aprile al 11 aprile sono state 210’279. È la prima volta che in sette giorni si supera la soglia delle 200’000 dosi. In media vengono effettuate 30’040 vaccinazioni al giorno. Rispetto alla settimana precedente, il ritmo delle inoculazioni è aumentato del 25%. "Circa il 70% delle persone oltre i 75 anni ha già ricevuto almeno una prima dose", ha affermato Virginie Masserey dell'UFSP in conferenza stampa a Berna. Non tutto però procede per il meglio: per Rudolf Hauri, presidente dell'Associazione dei medici cantonali, "il numero di dosi è ancora insufficiente e le capacità di vaccinazione devono essere adeguate".