Avanza l’UDC, Verdi fermi sul posto

Cresce il sostegno nei confronti dell’UDC, il PS si mantiene in seconda posizione ma con un’erosione dei consensi mentre PLR, Alleanza del Centro e Verdi competono per il terzo posto: sono questi i principali risultati emersi dal secondo barometro elettorale della SSR, stilato dall'istituto Sotomo a due anni dalle elezioni del Consiglio Nazionale, previste per il 2023.

Per quanto riguarda l’influenza e l’indice di gradimento dei membri del Consiglio federale, Alain Berset, il volto della lotta alla pandemia di Covid-19, si piazza nettamente al primo posto.

Tre in lizza per il terzo posto

Scendendo nel dettaglio, dalla ricerca emerge una situazione di stabilità tra i partiti, nonostante la pandemia. L’Unione Democratica di Centro (UDC) resta in una netta posizione di forza, totalizzando il 26,6% delle intenzioni di voto, con una crescita di un punto percentuale rispetto alle elezioni del Nazionale del 2019; il Partito socialista (PS) perde invece un punto ma con il 15,8% delle preferenze mantiene la seconda posizione. Dal sondaggio, emerge inoltre una lotta a tre per il terzo posto: il Partito liberale radicale (PLR) scende al 13,6% (-1,5 punti percentuali), venendo così tallonato dall’Alleanza del Centro (13,3%; - 0,5 punti percentuali) e dai Verdi. Gli ecologisti, con il 13,2% delle intenzioni di voto, restano fermi sul posto rispetto al dato del 2019, quando l'incremento dei loro rappresentanti alla Camera del popolo fu una delle grandi sorprese nel panorama politico nazionale.

Col balzo più marcato di tutti (+2 punti; 9,8%), a crescere sono invece i Verdi Liberali. "Il dibattito sul cambiamento climatico è tornato attuale - spiega alla RSI la politologa Sarah Bütikofer -, ma rispetto agli altri partiti i Verdi liberali riescono ad attirare elettori ai quali sta a cuore la questione climatica sia da destra sia da sinistra"

La vicinanza nelle intenzioni di voto di PLR, Verdi e Alleanza del Centro potrebbe inoltre rimescolare le carte per la composizione del Consiglio federale, spiega il direttore di Sotomo Michael Hermann, “ponendo nuovamente la questione di chi è sovra o sottorappresentato”.

La ripresa dell'UDC

L’UDC sembra quindi essersi ripresa dall’insuccesso elettorale del 2019, quando aveva perso circa 3 punti percentuali. Il dibatto sulla gestione della pandemia (il partito si è spesso mostrato critico nei confronti delle decisioni varate dal Governo), l'inflessibile posizione sullo stop alle trattative con l’UE sull’accordo quadro e la bocciatura della legge sul CO2 (l’UDC era contraria) sembrano aver dato al partito conservatore una maggiore visibilità agli occhi degli elettori e un nuovo profilo forte.

Il clima prima della pandemia

La pandemia di Covid-19 domina la discussione politica dalla primavera del 2020, resta una tra le maggiori sfide ma quella più importante sembra essere la lotta al cambiamento climatico. Il 44% degli interpellati ritiene infatti quest’ultimo tema decisivo o importante per la decisione su chi votare, contro il 32% della lotta contro le pandemie in generale. Fra i temi più sentiti, ci sono anche la riforma del sistema pensionistico (30% tra chi la ritiene fondamentale o importante), le buone relazioni con l’Unione europea (24%) e la questione migratoria con il 20%.

Molto meno percepite sono invece le questioni sociali: la disoccupazione e la pressione sui salari viene valutata come decisiva o importante solo dal 7% degli intervistati (erano ben il 29 % nel precedente barometro elettorale) come pure l’uguaglianza fra i sessi (7%).

In quest’ambito ci sono però differenze a livello regionale. In Svizzera italiana la lotta al cambiamento climatico viene valutata come una delle principali sfide dal 37% degli intervistati (Svizzera tedesca: 44%; Romandia: 45%) e la lotta contro le pandemie dal 28% (34%; 19%), A sud delle Alpi spicca inoltre come tema maggiore quello dell’indipendenza e sovranità: il 28% lo colloca fra i principali, a fronte del 16% della Svizzera tedesca e del 17% della Svizzera romanda.

Valutazione del Consiglio federale

La valutazione dell’operato del Consiglio federale è una componente fissa del barometro elettorale SSR, e mira a cogliere l’influenza dei membri del Governo percepita dalla popolazione, e il loro indice di gradimento. Il consigliere federale socialista Alain Berset, capo del Dipartimento federale dell’interno e figura di spicco nella crisi pandemica, è il ministro ritenuto più influente; seguono Karin-Keller Sutter, Ueli Maurer e Simonetta Sommaruga, ma le loro quote sono precipitate rispetto al precedente rilevamento. L’unico, oltre a Berset, che ha visto crescere la propria quota di influenza è il democentrista Guy Parmelin, anche lui figura di spicco in questi mesi in quanto ministro dell’economia e presidente della Confederazione per il 2021.

L’indice di gradimento della maggior parte dei membri dell’Esecutivo non ha per contro subito grosse variazioni. Solo Parmelin vede crescere il sostegno da parte degli elettori (di pari passo con la crescita del suo partito), mentre la liberale radicale Karin-Keller Sutter subisce una forte perdita di consensi.