Come si caratterizzano gli equilibri politici in Svizzera, trascorso poco più di un anno dalle ultime Elezioni federali? Intorno a questo interrogativo di fondo ruotavano alcuni fra gli aspetti dell'ultimo sondaggio rivolto dalla SSR ai lettori dei suoi portali d'informazione. Un sondaggio che ha permesso di fare il punto sul morale della popolazione di fronte alla seconda ondata del coronavirus, consentendo però, al tempo stesso, di verificare anche eventuali mutamenti nel quadro dei consensi attribuiti ai vari partiti.
Ma il quadro che emerge, rispetto ai risultati dell'elezione del 2019 del Consiglio nazionale, è quello di una sostanziale stabilità. I Verdi, che lo scorso anno avevano ottenuto un autentico exploit elettorale, conservano il loro peso specifico nell'area di sinistra, pur in presenza di un'erosione quantificabile in un punto percentuale per rapporto al risultato scaturito dalle urne lo scorso anno. Un pochino più marcata la perdita di consensi per l'UDC, che comunque rimane, con il 24,1% delle intenzioni di voto, saldamente in testa alle preferenze. PS e liberali-radicali mantengono invece inalterate le rispettive quote di consensi.
Le preferenze attribuite ai vari partiti
L'onda verde mantiene così la sua portata. Anche perché sono invece i Verdi liberali ad apparire in grande spolvero. Alle Federali avevano già incassato un risultato di rilievo, con ben 3,2 punti percentuali in più rispetto agli esiti del voto del 2015. Ma anche adesso mostrano slancio e guadagnano terreno nella misura di due punti percentuali. Per l'area di centro, e sullo sfondo del progetto di fusione fra PPD e PBD, il discorso si fa invece più articolato. I risultati del Barometro elettorale mostrano infatti tendenze, potremmo dire, speculari: mezzo punto percentuale guadagnato dai popolari democratici - che si avvicinano così allo
score dei Verdi - a fronte di un'erosione dello stesso valore subita dal PBD.
Un quadro che dà, decisamente, la misura del momento
L'ultimo sondaggio SSR ha evidenziato il severo impatto della seconda ondata sullo stato d'animo della popolazione. E le tante ansie legate alla ripresa della pandemia trovano un evidente riscontro anche nei risultati del Barometro. La crisi in atto è infatti nettamente in cima alle problematiche più percepite dagli interpellati. Nettamente distanziate sono invece le questioni legate alle emissioni di CO2, ai mutamenti climatici, che tanto avevano invece inciso sugli orientamenti dell'elettorato nel 2019. Seguono quindi, in ordine al grado di rilevanza attribuita, i dossier relativi all'economia, alla disoccupazione e ai costi della salute. Più in generale, se si considerano le tendenze emerse dai sondaggi dello scorso anno, la pandemia ha fatto passare decisamente in subordine tutti quei temi (dall'immigrazione fino alla previdenza vecchiaia), che non hanno un'attinenza diretta con la crisi in corso.
Dossier in maggiore evidenza: i risultati del sondaggio a livello regionale
Sul piano regionale si constatano però alcune significative differenze. Infatti, se nella Svizzera tedesca e in Romandia le percezioni rispecchiano ampiamente la graduatoria emersa a livello nazionale, nella Svizzera italiana resta invece più pronunciata l'attenzione per i dossier legati ai premi di cassa malati, alla disoccupazione e alla pressione sui salari. Problematiche che, per gli interpellati della regione, si impongono nettamente su quelle legate alla preservazione del clima.
I dati di questo Barometro elettorale sono stati raccolti fra il 23 ottobre e il 2 novembre e presentano un margine statistico di errore, per eccesso o per difetto, di 1,3 punti percentuali. L'elaborazione, su mandato della SSR, è stata effettuata dall'istituto di ricerca demoscopica Sotomo.
Alex Ricordi