La forte ripresa della pandemia sta incidendo sul morale della popolazione ben di più rispetto alla prima ondata. È l'indicazione di fondo che scaturisce dai risultati del sondaggio lanciato nelle ultime settimane dalla SSR. Venerdì scorso avevamo anticipato alcune prime tendenze di rilievo. Ora, si tratta di inquadrare gli esiti complessivi di questo rilevamento, che si basano sulle risposte espresse da più di 42'000 persone di tutte le regioni linguistiche del Paese.
Crisi sanitaria ed evoluzione dello stato d'animo della popolazione
Più della metà degli interpellati valuta da negativo a molto negativo lo stato d'animo della popolazione di fronte alla crisi. Questa percezione guadagna notevolmente terreno per rapporto al dato rilevato nei mesi precedenti e, in particolare, rispetto agli esiti dei sondaggi effettuati in marzo e in aprile, quando la Svizzera era alle prese con gli effetti del primo impatto della pandemia. Più nel dettaglio, cresce la paura di poter contrarre la malattia: a manifestarla è ora il 45% degli interpellati. Un dato in netta crescita, se si considera il 31% inquadrato dal sondaggio in giugno. Sempre rispetto a 4 mesi fa, sullo sfondo di questa seconda ondata, risultano in aumento anche le preoccupazioni che concernono l'isolamento sociale (dal 30% al 46%) e la limitazione delle libertà personali (dal 49% al 55%).
Un breve lockdown per il contenimento della pandemia? Il quadro dei pareri a livello nazionale e regionale
Attira quindi sempre più consensi l'idea di un lockdown di breve durata a livello nazionale, per cercare di contenere la ripresa dei contagi e delle ospedalizzazioni. Sotto questo profilo un termine di paragone significativo è rappresentato dalla data del 28 ottobre, quando il Consiglio federale ha annunciato le ultime misure volte al contenimento della pandemia. Prima di tale annuncio le opinioni favorevoli ad un breve lockdown raggiungevano a livello nazionale una quota del 49%. Nei giorni successivi sono quindi aumentate fino al 54%. Tendenze in senso opposto si rilevano invece nella Svizzera italiana, dove la quota dei favorevoli è sempre in maggioranza, ma è anche scesa, dopo la recente stretta disposta dal Governo, dal 55% al 50%.
Attualmente, ricordiamo, chiunque abbia avuto contatti ravvicinati con una persona risultata positiva al coronavirus deve sottoporsi a quarantena per un periodo di 10 giorni. Per il 56% degli interpellati tale misura dovrebbe però essere sostituita, in tutto o in parte, dal ricorso a test rapidi per l'individuazione del Covid-19. A livello regionale questa ipotesi di limitazione della quarantena incassa sostegni soprattutto in Romandia (64% di pareri favorevoli). Nella Svizzera italiana invece il dato (56%) riflette esattamente quello nazionale.
Clima di fiducia nella gestione della crisi da parte del Governo: dato nazionale e regionale, prima e dopo l'annuncio delle nuove misure di contenimento
Il giro di vite a livello nazionale sembra infine aver prodotto effetti sul piano della fiducia riposta nella gestione della crisi da parte del Consiglio federale. La scorsa settimana, ricordiamo, i primi esiti del sondaggio avevano evidenziato un netto calo del tasso d'approvazione per l'operato dell'Esecutivo. Ma dopo le decisioni sulle nuove misure il Governo sembra aver recuperato punti agli occhi della popolazione: dal 37% di consensi inquadrato prima dell'entrata in vigore dei provvedimenti, fino al 44% registrato nei giorni successivi. E anche nella Svizzera italiana l'Esecutivo incassa ora qualche punto percentuale in più.
Alex Ricordi