Svizzera

Averi russi, niente task force

Il Nazionale boccia due mozioni della sinistra - L'altra chiedeva un maggiore controllo del commercio di materie prime

  • 9 giugno 2022, 11:58
  • 23 giugno 2023, 20:10
Il Nazionale ha tenuto una sessione straordinaria

Il Nazionale ha tenuto una sessione straordinaria

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Di: ATS/pon

Nessuna task force sarà chiamata a indagare sugli averi degli oligarchi russi e bielorussi nascosti in Svizzera e non verrà esercitato un controllo particolare sul commercio delle materie prime. È quanto ha deciso il Consiglio nazionale, che in avvio di seduta giovedì ha tenuto una sessione straordinaria dedicata al conflitto in Ucraina. Le due mozioni proposte dalla sinistra sono state entrambe respinte.

"Secondo le stime dell'Associazione svizzera dei banchieri, 200 miliardi di averi russi i trovano in Svizzera, ma la Confederazione ne ha bloccati solo 6,3" ha argomentato il socialista neocastellano Baptiste Hurni. La lista delle persone colpite da sanzioni contiene oltre 1'000 nomi, ma solo poche di queste persone detengono fondi da noi, ha risposto il ministro dell'economia Guy Parmelin. La Segreteria di Stato dell'economia ha introdotto un obbligo di dichiarazione, ritenuto insufficiente non solo a sinistra, ma anche dal Centro: "Le sanzioni non bastano, bisogna applicarle", ha detto il vallesano Philipp Bregy. Altri Paesi come gli Stati Uniti hanno istituito task force per ricercare attivamente il denaro. Il PS ne esige poi anche la confisca, ma per un passo simile, ha ricordato Parmelin, andrebbe cambiata la legge. Sono stati UDC e PLR, seguendo il Governo, a far pendere la bilancia dalla parte del "no" alla creazione di un team di specialisti: i voti contrari sono stati 103, quelli favorevoli 78. Il tema tornerà d'attualità la settimana prossima, quando un testo analogo arriverà sui banchi del Consiglio degli Stati.

I deputati, con 103 voti contro 80, hanno respinto anche l'ipotesi di un intervento regolatorio sul settore delle materie prime, ormai più importante di quello finanziario ma privo di un'autorità di sorveglianza. I Verdi la chiedevano, ricordando che il ramo ha legami evidenti con regimi non democratici. L'80% del petrolio russo viene negoziato in Svizzera. Anche in questo caso, la maggioranza di destra ha però ritenuto sufficiente quanto già si fa, attraverso le norme contro il riciclaggio e la corruzione e gli obblighi di diligenza e trasparenza su minerali e metalli provenienti da zone di guerra o frutto del lavoro minorile.

Per saperne di più, la puntata di Modem:

Sanzioni: basta così? 

Modem 09.06.2022, 08:30

  • reuters

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