Il museo del giocattolo di Basilea dedica un'esposizione e Babbo Natale, l'antico vescovo trasformatosi nel tempo in un anziano signore con la barba bianca, le renne e il pancione. Una figura conosciuta anche col nome di San Nicolao, San Nicola, Samichlaus e Santa Claus.
All'origine: il vescovo Nicola di Myra, odierna Turchia, nel quarto secolo dopo Cristo che "era divenuto presto uno dei santi più amati e dispensatore di doni", ha ricordato Sibille Arnold, curatrice della esposizione. "Iniziò molto presto a portare regali. Secondo una leggenda, San Nicola aveva protetto tre fanciulle povere che il padre voleva destinare alla prostituzione. Lui lanciò dell'oro nella loro casa affinché avessero la dote per il matrimonio".
Patrono di villaggi e nazioni, nonché patrono dei bambini. Era già un culto molto diffuso e poi, parecchi secoli dopo, il viaggio oltreoceano che lo trasforma. "Nicola emigrò in America nel diciottesimo secolo, portato dagli olandesi, che nella loro tradizione lo chiamavano Sinterklaas, poi diventato Santa Claus", prosegue la curatrice. "Questa figura non aveva più molto a che fare con l'antico vescovo, ma ha formato l'immagine dell'anziano con il naso rosso e la grande pancia."
In America l'incontro poi anche con un produttore di bibite. "Coca Cola sfruttò benissimo l'immagine di Santa Claus per la sua pubblicità", aggiunge Sibille Arnold. "Non furono i primi a raffigurarlo così, ma dal 1931, ogni anno riproponevano il vecchio gentile, vestito di rosso e bianco, che erano anche i colori della ditta. Tutto questo ha contribuito a plasmare l'immagine di Babbo Natale che abbiamo oggi."
E pensare che San Nicola e Santa Claus fino alla fine del XIX secolo oltre al rosso, amavano anche il blu, il verde, il marrone. E si spostavano non solo con le renne o l'asinello, ma anche con cigni, mongolfiere e altro ancora. Tradizioni comunque che si intrecciano. San Nicola e Santa Claus convivono oggi allegramente e non sono gelosi l'uno dell'altro.