La Svizzera dovrebbe ritornare alla neutralità integrale, ossia non solo astenersi dal farsi coinvolgere in conflitti come ora, ma non partecipare nemmeno a sanzioni. È quanto chiede l'iniziativa popolare in preparazione da parte dell'UDC. Lo ha svelato il il propugnatore di maggior spicco della richiesta, l'ex consigliere federale Christoph Blocher secondo il quale, come spiegato in un'intervista al "Blick", adottando le misure contro la Russia stabilite da UE e Stati Uniti dopo l'invasione dell'Ucraina, il Consiglio federale ha rotto un principio vecchio di 200 anni che ha preservato il Paese da numerose guerre.
Secondo l'ex consigliere federale, preservando in maniera credibile la propria neutralità la Confederazione potrebbe rivestire un ruolo particolare nel preservare la pace mondiale, come dimostrato dall'incontro a Ginevra tra Joe Biden e Vladimir Putin nel giugno del 2021. A detta di Christoph Blocher, la popolazione è favorevole alla neutralità, un principio che viene invece disatteso dalla classe politica. L'iniziativa popolare vuole che le persone "là sopra" rispettino la neutralità e non spingano arbitrariamente la Svizzera in una guerra.
La raccolta delle firme, stando al'81enne alla testa del Dipartimento di giustizia e polizia dal 2004 al 2007, dovrebbe cominciare in autunno, un anno prima delle elezioni federali.
Attualmente, stando alla legge sugli embarghi, la Svizzera può adottare sanzioni decise dalle Nazioni Unite, dall'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa o dai suoi maggiori partner economici.
Al momento, l'amministrazione federale sta elaborando un rapporto sulla neutralità che tiene conto degli sviluppi degli ultimi trent'anni. A livello di Camere federali, vari atti parlamentari auspicano un'interpretazione meno rigida della neutralità.