Impensabile rinunciare alla democrazia svizzera solo per permettere a qualche azienda di esportare più facilmente nell'Unione Europea: è l'opinione dell'ex consigliere federale Christoph Blocher, che boccia su tutta la linea la proposta di un accordo quadro con Bruxelles ed è pronto anche a far fronte a una guerra commerciale con l'UE.
Un'intesa istituzionale sarebbe "la fine della via bilaterale", sostiene in un'intervista pubblicata martedì dal Blick. Una convenzione funziona solo se le parti sono sullo stesso piano: "L'accordo quadro è come un contratto di locazione bilaterale, in cui il locatore può aumentare l'affitto e l'inquilino è costretto a ingoiarlo, se non vuole subire sanzioni", prosegue. La Svizzera dovrebbe impegnarsi a rendere vincolanti le leggi decise a Bruxelles, osserva.
E il tasto "reset" promesso da Ignazio Cassis? Blocher non si aspetta che in realtà cambi qualcosa di essenziale. Il consigliere federale ticinese "non può sfuggire al suo ambiente e alla sua natura: ora mette vino vecchio in bottiglie nuove".
ATS/BRav