Svizzera

Accordo quadro con paletti

Le vertenze tra Berna e Bruxelles dovranno essere risolte da un'istanza indipendente e non dalla Corte di giustizia europea

  • 5 marzo 2018, 15:49
  • Oggi, 02:19
Cassis ha precisato quali dovranno essere i termini dell'intesa in ottica elvetica

Cassis ha precisato quali dovranno essere i termini dell'intesa in ottica elvetica

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L'accordo istituzionale tra Bruxelles e Berna dovrà prevedere un'istituzione arbitrale indipendente per la soluzione delle vertenze tra le parti, soluzione che quindi non dovrà essere di competenza della Corte di giustizia dell'Unione Europea. E' quanto prevede il mandato negoziale adottato dal Consiglio federale, presentato lunedì dal capo del Dipartimento degli affari esteri Ignazio Cassis.

Il Governo elvetico vuole inoltre escludere dal campo d'applicazione dell'intesa le misure d'accompagnamento relative al concordato sulla libera circolazione delle persone e tutto ciò che attiene alla direttiva comunitaria sulla cittadinanza e i suoi sviluppi.

L'accordo quadro non dovrà essere un obbiettivo fine a sè stesso, bensì uno strumento per una gestione efficiente dei cinque bilaterali interessati, in modo che non perdano incisività. In parallelo a questa trattativa, occorrerà avviarne altre in settori diversi, tra cui quella sulla partecipazione al mercato dell'elettricità.

Reazioni positive da Bruxelles

La Commissione europea ha reagito positivamente alle proposte del consigliere federale, constatando la “ferma volontà” del ministro di progredire sui punti di contatto ancora aperti.

Fra questi, Bruxelles cita esplicitamente il ruolo della Corte europea di giustizia in caso di vertenze e gli aiuti statali, che devono essere regolamentati “al fine di garantire le stesse condizioni per le nostre imprese”, scrive la Commissione in un’email trasmessa a giornalisti accreditati a Bruxelles.

In Svizzera, la reazione dei partiti è stata piuttosto favorevole, ad eccezione dell’UDC che ribadisce la sua contrarietà ad un accordo quadro che “non risponde ad alcuna necessità economica”. Si tratta di una forma di “sottomissione all’UE”, deplora l’UDC, “è la fine di una Svizzera indipendente e autodeterminata”.

ATS/dg

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