Ha preso avvio oggi (martedì) a Zurigo lo studio pilota "Züri Can – Cannabis con responsabilità", la fase di sperimentazione di tre anni per appurare gli effetti della vendita legale di cannabis sui consumatori.
1'200 persone, per lo più uomini, da oggi potranno acquistare legamente cannabis e derivati in nove farmacie e sei "social Club", spazi appositamente adibiti e concessi dall’autorità cittadina nel periodo in questione. L’avvio del progetto è stato comunicato dalla città di Zurigo.
"Dobbiamo ammettere che questo consumo fa parte della nostra realtà", dichiara Andreas Hauri, municipale della Città di Zurigo. "Solo nella città di Zurigo ci sono 100'000 consumatori che fumano canapa almeno una volta l'anno. Attualmente questi vengono criminalizzati, benché solo per pochi il consumo rappresenti un rischio. Vogliamo quindi trovare nuove strade: ci vuole un modello che ci permetta di convivere in modo ordinato e una sostanza dalla qualità controllata".
E il modello seguito dal progetto vuole proprio analizzare gli effetti sui partecipanti attraverso una distribuzione controllata della sostanza. I consumatori non potranno acquistare più di 10 grammi di cannabis al mese e, a cadenza semestrale, dovranno compilare un questionario online per rendere conto del loro consumo e della loro salute.
Il prodotto, coltivato in Svizzera, verrà venduto ai prezzi del mercato nero. Si parla di sette, dieci franchi al grammo a seconda del quantitativo di cannabinoide presente nella sostanza.
"Con queste iniziative" spiega Barbara Burri, responsabile del progetto, "Zurigo e altre città vogliono testare nuove opzioni, con elementi diversi nel controllo e nella consulenza". La città della Limmat non è infatti la prima a sperimentare qualcosa del genere. Prima di lei ben sei città elvetiche si sono lanciate in studi simili: Basilea, Berna, Bienne, Ginevra, Losanna e Lucerna.
Questa variegata paletta di esperimenti "permetterà di avere dei dati affidabili per il processo politico che dovrebbe poi portare a una regolarizzazione del consumo", ha concluso Barbara Burri.