Svizzera

Carlos? Non è tortura

Il canton Zurigo risponde alle critiche del relatore dell'ONU riguardo alle condizioni di detenzione del giovane delinquente

  • 9 agosto 2021, 19:02
  • 20 novembre, 19:54
Di recente condannato per tentate lesioni gravi

Di recente condannato per tentate lesioni gravi

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Di: ATS/pon 

Il comportamento aggressivo del giovane delinquente conosciuto con il nome di Carlos non lascia altra scelta se non delle condizioni di detenzione molto restrittive, ma nel totale rispetto della legge: è quanto scrive il canton Zurigo in una presa di posizione pubblicata sul sito internet dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani. Si definiscono "inaccettabili" e "sconcertanti" le accuse formulate a metà giugno dal relatore dell'ONU sulla tortura, l'avvocato svizzero Nils Melzer, che aveva parlato di trattamento "disumano".

01:37

RG 12.30 del 14.06.2021 Il servizio di Monica Fornasier

RSI Info 14.06.2021, 14:32

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L'isolamento secondo l'ONU dovrebbe essere un provvedimento eccezionale per non più di 15 giorni. In questo caso dura da tre anni, ma per Zurigo non è paragonabile alla privazione di contatti sociali a cui questo limite si riferisce: Carlos può fare chiamate e ricevere visite, anche se spesso è lui a evitare i contatti, oltre a non dare seguito agli inviti a moderare il suo comportamento intimidatorio e anche violento con le guardie, che gli è valso di recente una condanna a a 6 anni e 4 mesi per tentate lesioni gravi.

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