In Svizzera il consumo di cocaina aumenta di anno in anno. È quanto emerge dai dati resi noti da Dipendenze Svizzera. Oltre a sensibilizzare sul tema del consumo, l’organizzazione monitora le dipendenze sul suolo nazionale.
Secondo le informazioni raccolte dal portale, il consumo della “polvere bianca” è aumentato nell’ultimo decennio. Una tendenza che si può riscontrare nei residui di cocaina tracciati nelle acque di scarico. Se nel 2012 in media, nelle acque delle sei maggiori città svizzere (Berna, Basilea, Ginevra, San Gallo, Zurigo) si riscontravano 0.33 grammi ogni 1'000 abitanti, il dato nel 2021 è praticamente raddoppiato, con 0.71 grammi.
Per quanto riguarda la cocaina, anche il numero di persone ammesse presso case di cura specializzate in dipendenze è cresciuto, del 90% dal 2013 al 2021. Dati, questi, che riflettono la diffusione sempre più ampia della sostanza, posizionando, nel 2020, ben 4 città svizzere nella top 10 delle città europee per consumo.
La città di Berna vuole intervenire e pensa a una strategia per contrastare il consumo
Di fronte al consumo crescente della sostanza, Berna ha preso posizione. E sta sviluppando una strategia per frenarne la diffusione e limitarne i danni sulla popolazione. Una distribuzione ufficiale, regolata in maniera controllata. Il progetto s’ispira a quello sviluppato per la canapa, avviato negli ultimi mesi in diverse città, come a Basilea, Berna e Zurigo. L’idea, accolta dal legislativo cittadino, è stata avanzata dalla Sinistra alternativa, convinta che con l’approccio attuale si sia solo alimentato il mercato nero.
“Gestendo la distribuzione di cocaina si possono acquisire conoscenze sul consumo e si può controllare la sostanza, sapendo da dove arriva, com'è composta o tagliata”, spiega ai microfoni della RSI Eva Chen, consigliera comunale di Berna per Alternative Link. In Svizzera infatti, la cocaina è generalmente tagliata con altre sostanze. I campioni analizzati attraverso il “drug checking” contengono in media tra il 60% e l’80% della sostanza, rendendo la purezza dei prodotti molto variabile.
La città di Berna attualmente sta verificando se e come avviare il progetto pilota. Si è pensato alla modalità zurighese impiegata negli anni ’80 e ’90 per contrastare il mercato dell’eroina. Lo Stato, in quel caso, controllava direttamente alcune postazioni di consegna. Una soluzione problematica. A differenza del consumatore di eroina, chi assume cocaina “ha rapidamente bisogno di un'altra dose”, spiega Carl Müller, vice-direttore della Fondazione Contact. Chi ne è molto dipendente, “ne ha bisogno già mezz’ora, un'ora dopo”.
“Non è immaginabile dare loro dodici volte al giorno cocaina”, insiste l’esperto. “Occorre che ricevano dosi controllate, che imparino a gestire la sostanza, a confrontarsi con essa”. A tal fine è dunque sensato e auspicabile un affiancamento sociale, con un accompagnamento medico e psicoterapeutico.
L’opinione di Mirko Steiner, direttore del Centro terapeutico Villa Argentina
L'opinione dell'esperto
Telegiornale 16.07.2023, 20:00
La strategia verso cui si sta orientando la città di Berna è nota tra gli specialisti sotto il nome di "intervento terapeutico per la riduzione del danno". Un trattamento seguito circa da "1'700 pazienti e che, ad oggi, ha dato sicuramente dei buoni risultati". Solo le parole di Mirko Steiner, direttore del Centro terapeutico di Villa Argentina.
Il pragmatismo svizzero anche in passato ha raggiunto "risultati lusinghieri", conferma Steiner ricordando i provvedimenti presi contro la piaga dell'eroina. "Ma non bisogna banalizzare: questa sostanza è molto diversa dall'eroina". Per trattare la dipendenza di quest'ultima si utilizza il metadone, uno strumento molto efficace. Distribuire in maniera controllata la cocaina può risultare invece problematico, trattenendo il consumatore alla portata degli effetti negativi della sostanza. "È cardiotossica, crea problemi a livello nasale, a livello dentale e mina in generale la salute".
Per quanto riguarda le cause dell'aumento del consumo di cocaina tra i cittadini elvetici, lo psicoterapeuta riconosce nella depressione, tipica del millennio, una delle possibili cause. In questo contesto la cocaina si profila come una sorta di "antidepressivo: è un droga che eccita, che tira su, che dà consistenza in questa società piuttosto performante".