L'orologio connesso non sfonda tra i giovani, che continuano, per lo meno in Svizzera, a preferire i modelli classici o, meglio ancora, il telefonino. Il 60% degli interpellati tra i 16 e i 25 anni, secondo i risultati di un sondaggio rivelati martedì a Ginevra, resta per ora ancorato alla tradizione, mentre solo il 9% è munito di apparecchi di ultima generazione che, per altro, attirano appena il 20% del campione.
Malgrado il tiepido riscontro, l'industria elvetica si sta attivando: la Tag Heuer, ad esempio, ha lanciato un marchingegno del genere e tutti i pezzi prodotti sono andati a ruba, ma la tecnologia non è rossocrociata. Stando agli operatori del settore, che ipotizzano anche un intervento statale per finanziare uno specifico programma, la posta in gioco è alta. Occorre infatti che il paese non resti indietro in questo campo, ormai da secoli uno dei suoi fiori all'occhiello e protagonista delle sue esportazioni.
ATS/dg