In questi giorni a Lucerna l’Organizzazione degli svizzeri all’estero (CSE) si riunisce per il suo centesimo congresso. Per l’occasione la RSI ha intervistato Filippo Lombardi, presidente dell’Organizzazione, a cui abbiamo chiesto come siano mutati negli anni i bisogni degli svizzeri all’estero:
“ Rispetto all’emigrazione del secolo scorso, il principale cambiamento è che ora sempre più svizzeri partono per poi tornare in patria. Di conseguenza è aumentata la necessità di restare collegati alla Svizzera e la richiesta per il voto elettronico continua a salire, così come continua a crescere la domanda d’informazione (dalla Svizzera sulla Svizzera). In questo senso non sorprende che abbiamo votato una risoluzione che respinge l’iniziativa “200 franchi bastano” , perché per gli svizzeri all’estero la SSR rappresenta una fonte d’informazione importantissima e probabilmente il principale legame con il Paese”.
L' importanza dell' organizzazione degli svizzeri all'estero
Telegiornale 12.07.2024, 20:00
Oltre a questo ci sono però anche questioni pratiche, legate per esempio alla cassa pensione e alla cassa malati:
“ Soprattutto le persone che partono con l’intenzione di ritornare in Svizzera dopo qualche anno, vorrebbero restare il più possibile legate anche alle assicurazioni sociali. Il problema è che una volta usciti dal sistema non è più possibile rientrare in quello AVS e anche per le assicurazioni malattia è difficile restare affiliati. Si cercano quindi delle soluzioni discutendo fra le parti. Lo stesso ragionamento vale per le banche, con le quali, in alcuni casi, abbiamo negoziato delle condizioni in modo che gli svizzeri all’estero possano rimanere titolari di conti nella Confederazione”.
De si parla anche di una certa “deglobalizzazione”, con conflitti geopolitici in aumento (con la Cina, la Russia etc). Questo è percepito all’Organizzazione?
“L’effetto un po’ si sente, ma credo che vada piuttosto a favore dell’identità svizzera che una persona porta con sé quando lascia il Paese. Secondo noi, inoltre, per la Svizzera è più interessante quando giovani elvetici che si sono formati in altri Paesi vengono a lavorare per la nostra economia, piuttosto che importare manodopera dall’estero”.