Il numero di persone contagiate dal coronavirus è in continua crescita e le prospettive non sono incoraggianti. Nelle prossime settimane - secondo gli esperti - quasi sicuramente si andrà incontro a una nuova stretta.
"Per essere diplomatico, quello che è entrato in vigore oggi non è sufficiente. Dunque le misure dovranno per forza di cose essere aumentate. Quando? Non posso dirlo, ma sicuramente molto presto", ha dichiarato Didier Trono, direttore del laboratorio di virologia e genetica alla Scuola Politecnica federale di Losanna (EPFL). "Le misure sono semplici da immaginare. Penso soprattutto ai grandi eventi, dove si moltiplicano i contatti. Anche se oggi sulla carta le misure di sicurezza sono buone. C’è comunque una forte possibilità, anche fuori dagli stadi, di essere esposti al virus. E poi bisognerà sempre più limitare gli assembramenti, e avere mascherine nei luoghi dove la gente si incontra. Per i bar e ristoranti probabilmente bisognerà avere un'orario di chiusura anticipato rispetto a quello odierno. Ecco, dobbiamo immaginare tutta una serie di misure non troppo liberticide da far passare alla popolazione. Per scongiurare un secondo lockdown, perché senza queste misure - lo abbiamo visto in questi giorni - la curva dei contagi è diventata esponenziale. Dunque bisogna avere una reazione politica forte".
Mercoledì saranno presentati i primi dati sui test rapidi. Questi tamponi potranno in qualche modo servire per non andare incontro a misure più severe?
"Va detto che questi test rapidi, sono mediamente rapidi. Questo perché bisogna comunque fare uno striscio naso-faringeo e per farlo ci vuole tempo. Non si puo immaginare di essere fuori dalla pista di hockey del Lugano a testare 5'000 persone in un'ora. Perché serve qualcuno che fa i prelievi naso-faringei e ne può fare tra i 10 o 12 all'ora. Dopo, certo, per avere il risultato ci vorranno 15 minuti, ma questo non è sufficiente. Questi test dunque sono complementari a quelli di oggi. E saranno sopratutto utili per testare la maggior parte delle persone contagiose",spiega Didier Trono, membro della Task Force federale.