La tratta di esseri umani in Svizzera è in aumento, con 197 nuove vittime identificate nel 2023, un incremento dell’11% rispetto all’anno precedente. La Plateforme Traite - che riunisce quattro associazioni impegnate nella consulenza e assistenza alle vittime - ha assistito in totale 488 persone, provenienti da 55 Paesi, con una prevalenza di individui originari di Ungheria, Repubblica Democratica del Congo, Camerun e Somalia.
Resta predominante la quota femminile, ma sale quella maschile
Per l’anno in rassegna, il 56% delle vittime era di origine africana, mentre il 17% proveniva dall’Europa, il 14% dall’America Latina e il 12% dall’Asia. Le donne costituiscono ancora la maggioranza dei casi (75,5%), anche se il numero di uomini coinvolti è in crescita, soprattutto nei settori a prevalenza maschile.
Cresce lo sfruttamento della forza lavoro
Il fenomeno dello sfruttamento lavorativo è in continuo aumentato e nel 2023 ha riguardato il 47% delle nuove segnalazioni, tra cui i soggetti costretti a commettere reati come il furto o il traffico di droga. Tuttavia, queste vittime non sempre ricevono il riconoscimento e la protezione necessari. Le organizzazioni denunciano la difficoltà di perseguire i responsabili dello sfruttamento, che spesso restano impuniti, mentre le vittime rischiano di essere perseguite ed espulse dal Paese per soggiorno illegale e mancanza di un permesso di lavoro. Il Consiglio d’Europa raccomanda di riconoscere tutte le vittime e applicare uniformemente il principio di non punibilità per i reati commessi sotto sfruttamento.
RG 07.00 del 30.07.2024: Il servizio di Paola Latorre
RSI Info 30.07.2024, 06:49