Crypto AG: ossia una società svizzera specializzata in sistemi di crittografia che, a dispetto della sua collocazione in un paese neutrale, è appartenuta per lungo tempo ad una fondazione controllata dalla CIA e dai servizi segreti tedeschi.
Rivelazioni clamorose, che però non sembrano sorprendere più di quel tanto Werner Carobbio, già membro della Commissione parlamentare d'inchiesta (CPI) che indagò sulla vicenda di P26, l'organizzazione segreta di resistenza che era attiva negli anni della Guerra Fredda per far fronte ad una possibile invasione della Svizzera da parte del blocco sovietico.
Carobbio, qui accanto all'allora consigliere agli Stati Carlo Schmid, qui in un'immagine del 1990, all'epoca dei lavori della CPI istituita sulla vicenda di P26
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Non ho mai creduto molto alla posizione di neutralità della Svizzera rispetto ai problemi della NATO", ha dichiarato ai microfoni della RSI, ricordando che nel quadro dell'inchiesta su P26 (sciolta nel 1990) un giudice italiano aveva segnalato che l'organizzazione altro non era che una "Gladio" elvetica. "
Ricordo che gli istruttori della P26 erano degli inglesi... Quindi, i legami c'erano già e probabilmente ci saranno già stati con la CIA", osserva l'ex consigliere nazionale socialista.
Quanto all'azienda di Zugo, l'aspetto più problematico risiede, secondo Carobbio, nella prosecuzione della vicenda anche dopo la fine del particolare clima imposto dalla Guerra Fredda. "Da quanto è emerso in questi giorni, la storia della Crypto è continuata anche dopo la caduta del muro di Berlino", sottolinea Carobbio.
Intanto si intensificano le istanze volte alla creazione di una specifica CPI sull'impresa con sede a Zugo. Uno strumento che l'ex parlamentare reputa "utile perché ha competenze abbastanza ampie", come la consultazione dei documenti classificati come segreti e la facoltà di condurre interrogatori sotto giuramento.
RG/ARi
"Il Governo ha agito subito e correttamente"
Il Governo è stato informato a novembre del caso Crypto AG "ed ha agito subito e correttamente, dando mandato a un ex giudice federale di indagare sulla faccenda". Sono le parole di Simonetta Sommaruga, consigliera federale e presidente della Confederazione, ospite ieri sera (mercoledì) della trasmissione Infrarouge della RTS. Per quanto riguarda l’implicazione del Consiglio federale dell’epoca e quanto il Governo di quegli anni sapesse, Sommaruga sostiene che "è ancora troppo presto per prendere posizione". Inoltre, per quanto riguarda le possibili ripercussioni sulla neutralità della Confederazione, la responsabile del DATEC ha dichiarato che "non è il momento di fare speculazione". In merito alla possibilità di istituire una Commissione parlamentare d’inchiesta, "tocca al Parlamento decidere, se dirà di sì, il Consiglio federale la sosterrà", ha concluso.
Simonetta Sommaruga: "Caso Crypto: il Governo ha agito subito e correttamente"
RSI Info 13.02.2020, 13:36
Crypto AG, il Parlamento fa pressioni
Telegiornale 13.02.2020, 13:30
Ma come si è arrivati a questo?
Telegiornale 13.02.2020, 21:00