La Confederazione richiama in servizio la protezione civile per contribuire alla lotta alla pandemia. Il suo impegno sarà sussidiario, vale a dire concentrato laddove le strutture richiedono un appoggio urgente che non può essere fornito con altri mezzi di supporto. Saranno prestati al massimo 500'000 giorni di servizio fino alla fine di marzo del 2021, per un costo massimo di 13,75 milioni. La responsabilità della chiamata in servizio spetterà ai cantoni. Fra i compiti che potranno essere affidati al corpo c'è il contact tracing, al quale sta già dando man forte per esempio in Ticino.
Il sistema sanitario potrà far capo anche all'esercito, una volta esauriti i mezzi a disposizione: la decisione di principio sull'impiego fino al 31 marzo 2021 di un massimo di 2500 militari era stata presa due settimane fa. In tal modo l'Esecutivo aveva dato seguito a una esplicita richiesta dei Cantoni. Oggi, mercoledì, è stato licenziato il messaggio destinato al Parlamento, del quale è richiesta l'approvazione.
Non sono però questi i soli aiuti decisi dal Governo, presentatosi in conferenza stampa con tre dei suoi membri: Viola Amherd, Ueli Maurer e Guy Parmelin. L'Esecutivo si è occupato in particolare dei casi di rigore, ovvero quelle imprese sane prima della pandemia ma che hanno perso gran parte del loro fatturato a causa della stessa. Fin qui si era parlato di consacrare loro 400 milioni di franchi, cifra che già si sapeva insufficiente: il Governo ha quindi deciso di portarla a un miliardo. Dei primi 400 milioni, come già previsto, metà sarà a carico dei cantoni, mentre per la parte restante la Confederazione si assumerà l'80% della spesa.
Non saranno riattivati per il momento i crediti COVID-19, mentre tornano d'attualità - per salvaguardare gli impieghi - le misure per il lavoro ridotto già applicate in primavera. Si tratta in particolare di quelle volte a estenderlo ai contratti di durata determinata e a sopprimere il periodo di attesa.
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Speciali Covid-19 18.11.2020, 15:27
Da ultimo, sarà sostenuto maggiormente lo sport professionistico e semiprofessionistico. I club, ha ricordato Viola Amherd, hanno elaborato piani di protezione prima di avviare la stagione, sostenendo anche delle spese, ma sono stati costretti a giocare praticamente a porte chiuse dalle limitazioni del numero di spettatori adottate in seguito. Si è così deciso di convertire in aiuti a fondo perso al massimo 115 dei 175 milioni di franchi messi (inizialmente come mutui) a preventivo 2021. La spesa effettiva dipenderà dalla durata delle restrizioni e andrà a coprire i due terzi delle mancate entrate per la vendita dei biglietti. Non senza condizioni, però: in cambio viene chiesto alle società di ridurre gli stipendi eccessivi, non distribuire dividendi per 5 anni, continuare la promozione dello sport giovanile e femminile e di garantire la massima trasparenza. Per quanto riguarda i salari la soglia limite è legata all'importo massimo del guadagno assicurato nell’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni, che equivale a 148'200 franchi: gli stipendi devono venire ridotti a questo valore o almeno nella misura del 20%. Sono compresi "tutti i redditi dei dipendenti, compresi tutti i premi, i bonus e gli altri vantaggi valutabili in denaro che superano tale importo massimo".
Un miliardo è di rigore
Il Quotidiano 18.11.2020, 20:00
Casi di rigore, parla Norman Gobbi
Il Quotidiano 18.11.2020, 20:00
Aiuti anche alle società sportive
Telegiornale 18.11.2020, 21:00