Il Nazionale dibatterà oggi, giovedì, sul prosieguo della missione Swisscoy in Kosovo: l'impegno della Confederazione per la stabilità della regione balcanica ha superato i vent’anni. Chi scrive ha trascorso circa un anno e mezzo tra le fila dei militi della Swisscoy, quando la sede del contingente era nello “storico” Camp Casablanca di Suva Reka, dismesso da qualche anno.
In quest'immagine del novembre del 1999, alcuni dei primi soldati svizzeri dislocati in Kosovo nel quadro della missione Swisscoy
All'epoca in quel sito erano ospitati non soltanto gli svizzeri, ma pure coscritti austriaci e tedeschi. In qualità di
Public Information Officer (PIO) ed equiparato al grado di capitano, ho trascorso molto tempo nel lavoro di presentazione delle attività dei militi svizzeri a favore della popolazione e nel rafforzamento delle sinergie tra la Swisscoy e i contingenti schierati nell’ambito della KFOR, la forza di mantenimento della pace istituita dalla NATO.
Quali prospettive per l'impiego di KFOR? L'intervista di Gian Paolo Driussi al generale Michele Risi, attuale comandante della forza militare internazionale di stanza in Kosovo Le prospettive per la forza KFOR in Kosovo e il valore aggiunto del contributo elvetico: l'intervista di Gian Paolo Driussi al generale Michele Risi, comandante della missione
Sempre in quel periodo si stava delineando la suddivisione del territorio kosovaro in due aree principali: con gli americani a Camp Bondsteel - a est - e gli italiani di stanza nei pressi della città di Peja e responsabili per la zona ovest.
Swisscoy stava rafforzando l’orientamento verso la creazione di un numero crescente di Liaison and Monitoring Teams: pattuglie situate in vari villaggi, incaricate di monitorare quanto accade in questi nuclei e nei dintorni, creando nel contempo un contatto concreto con autorità e popolazione affinché non sia un problema la presenza di soldati e ufficiali stranieri nelle vie di paese.
In Kosovo, a contatto con la gente. La prosecuzione della missione Swisscoy è fra i dossier salienti della sessione in corso delle Camere federali
Il mio servizio in Kosovo ebbe inizio dopo un periodo d'istruzione a Stans. Ricordo, in particolare, le tante attività svolte col supporto di elicotteri SuperPuma e BlackHawk americani, come pure la scoperta di luoghi storici, dei monasteri ortodossi tra i monti e di città, fra le quali Prizren, crocevia da secoli di flussi migratori. Fu un'esperienza senz'altro pregnante e formativa. In una nazione ancora "in crescita", bisognosa di sostegno e alla ricerca di stabilità a tutti i livelli.
Enrico Campioni
RG 18.30 del 03.06.20 - L'intervista di Gian Paolo Driussi
RSI Info 03.06.2020, 18:18