Nel messaggio al Parlamento approvato mercoledì, il Consiglio federale chiede di prolungare di altri tre anni, ovvero sino alla fine del 2023, la missione di pace nel Kosovo (Swisscoy) e, nel contempo, di portare il numero degli effettivi dagli attuali 165 a 195.
Anche se un conflitto generalizzato pare improbabile, le tensioni con la Serbia non si sono attenuate in questi anni, anzi, come constata il Dipartimento della difesa nella nota pubblicata per l'occasione, è piuttosto vero il contrario.
La Svizzera non può starsene in disparte, tanto più che la stabilità nella regione è anche nel suo interesse, visto che nella Confederazione risiede quasi mezzo milione di persone che in quell'area hanno le loro radici, si legge ancora. Viene citato anche un altro vantaggio: l'esercito trae infatti utili insegnamenti da una simile esperienza, in particolare per quanto riguarda la verifica e il miglioramento delle sue procedure.
In questi vent'anni di presenza -si ricorda inoltre- quasi 9'000 cittadini elvetici (650 donne e 8'500 uomini) hanno prestato servizio nella zona per conto della NATO, a cui è stato affidato il comando con risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che vale come base giuridica.