"Stiamo vivendo una nuova ondata, con la variante Delta che è nettamente più infettiva del virus precedente. Questa ondata arriva dal Nord e dall'Est Europa e abbiamo potuto osservare l'effetto devastante che ha avuto in Russia, nei Paesi Baltici, adesso in Slovenia e in ultimo anche in Austria e Germania. Non c'è nessun elemento che possa far pensare che questa volta non arriverà da noi". Così il dottor Andreas Cerny, specialista in malattie infettive e in medicina interna generale, esprime la sua preoccupazione ai microfoni della RSI.
Lei è sempre stato, ed è ancora, critico sulle scelte della politica elvetica in materia di Covid-19. Cosa non sta facendo, secondo lei, il Governo federale in questo momento?
"La strategia che adesso viene seguita è quella di seguire le ospedalizzazioni e poi di misurare (o commisurare) le misure in funzione dell'andamento delle ospedalizzazioni. Questo, in un momento di rapida crescita dei casi, non è più il modo di gestire la pandemia correttamente; i Paesi intorno a noi lo hanno capito. Quando la crescita dei casi è molto veloce, bisogna poi anche pensare che le ospedalizzazioni hanno un ritardo di 7-10 giorni. Bisogna tener conto di questo".
Cosa bisognerebbe fare dunque, secondo lei?
"Bisogna introdurre misure di contenimento dell'epidemia. Le misure - che non interferiscono troppo con la nostra vita e anche con l'educazione, le nostre libertà - sono quelle di riprendere l'obbligo di portare la mascherina nei luoghi chiusi, di riproporre la mascherina a scuola (per esempio la Francia lo ha imposto a partire da questo lunedì e lo sta facendo anche l'Austria) e poi l'introduzione della regola 2G (solo le persone vaccinate e quelle guarite possono avere accesso agli eventi con il Pass Covid)".
Obbligo ed etica secondo Alberto Bondolfi
Telegiornale 19.11.2021, 20:55
Sappiamo che c'è una votazione importante alle porte e c'è una grossa differenza tra quello che lei come medico vede (forse anche altri suoi colleghi), e quello che la Svizzera sta facendo. Lei ha una risposta?
"Non sono molto sorpreso, perché lo scenario che adesso si sta sviluppando è molto simile a quello che avevamo un anno fa. È vero che abbiamo più persone vaccinate, è anche vero che abbiamo più persone giovani che adesso si infettano, però la cinetica (l'andamento e le prospettive) per le prossime settimane è molto chiara e dunque sono molto deluso dalla mancanza di decisioni".
Cosa ne pensa dell'obbligo vaccinale deciso dall'Austria?
"È una misura sicuramente drastica. Bisogna ricordare che è una misura che non ha un impatto immediato sulla crescita (molto importante) della pandemia che l'Austria sta vivendo. Si ha forse l'impressione che l'Austria stia cercando di decidere una misura dopo l'altra e il tutto sembra un pochettino affrettato ".
Lei vede un problema di ordine etico?
"Sicuramente c'è una valutazione, da un lato il considerare il diritto individuale e dall'altra invece l'impostazione dello Stato, che lo fa a favore della salute pubblica e della tutela della salute di tutta la popolazione".