Lo scorso anno in Svizzera sono state presentate 30’223 domande di asilo, 5’712 in più rispetto al 2022, un aumento pari al 23,3%. Nel 2024 se ne attendono altrettante. Tre motivi principali hanno condotto a questa evoluzione, secondo il comunicato diffuso giovedì dalla Segreteria di Stato della migrazione: l’incremento delle domande da parte di cittadini turchi, che concerne tutta l’Europa e che in Svizzera si è tradotto in 2’000 richieste supplementari, l’arrivo di numerosi marocchini per motivi economici e quindi con ridotte possibilità di vedersi effettivamente riconosciuta una forma di protezione, e il cambiamento di prassi che concerne le donne afghane che ha portato 1’800 persone a presentare una nuova domanda anche se già ammesse a titolo provvisorio nella Confederazione, magari da anni.
L’Afghanistan si è peraltro confermato come il principale Paese di provenienza dei richiedenti l’asilo, con 7’934 domande di cui 6’245 primarie (le altre sono domande multiple, ricongiungimenti famigliari e nascite). Segue a ruota la Turchia (6’822) e molto più staccate Eritrea (2’109), Algeria (1’810) e Marocco (1’606).
Accolta una domanda su quattro
La SEM nell’intero 2023 ha trattato in tutto 26’667 domande, accogliendone 5’991. Se si sommano le ammissioni provvisorie, la quota di protezione sale al 54,4% dei casi. Oltre 15’000 domande restano ancora pendenti. Nel quadro del programma di reinsediamento di profughi particolarmente bisognosi nei Paesi di prima accoglienza, si sono contati 342 arrivi fra gennaio e marzo da Libano, Turchia ed Egitto.
Sempre nel corso del 2023, 16’721 persone hanno lasciato la Svizzera, per tre quarti circa in modo volontario (10’978 per rientrare in Ucraina) mentre le altre in modo coatto. Nel complesso le partenze sono aumentate del 45% rispetto al 2022. I rimpatri, come già noto dalla scorsa settimana, riguardano soprattutto cittadini di Paesi nordafricani. L’applicazione degli accordi di Dublino - per quanto sospesa dall’Italia - ha condotto a 2’021 trasferimenti a fronte di 694 arrivi.
Statuto di protezione S per gli ucraini
Per quanto riguarda gli statuti di protezione S concessi a persone in fuga dall’Ucraina, sono state presentate 23’012 richieste e accolte 18’375 persone, mentre in 932 casi lo statuto è stato negato. Nel frattempo, per 13’512 persone questo diritto è cessato nel corso dell’anno e per altri 3’260 una cessazione era in fase di esame. A fine 2023, i beneficiari in Svizzera erano 66’083. Va ricordato che per decisione del Consiglio federale, l’esistenza di questa forma di protezione è garantita almeno fino al 4 marzo 2025.
Notiziario delle 11:00 del 15.02.2024
Notiziario 15.02.2024, 11:30
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