Lo scorso agosto cinque giovani donne sono state brutalmente aggredite a Ginevra da un gruppo di uomini all'esterno di un locale notturno. Non è un caso isolato. Negli ultimi 20 anni in Svizzera i casi di aggressione nello spazio pubblico ai danni delle donne tra i 15 e i 24 anni sono più che triplicati.
Una tendenza che osserva anche la pedagoga Sefika Garibovic. Nel suo studio di Zugo si occupa di giovani violenti, e delle loro vittime: "Arrivo sempre alla stessa conclusione: non imparano a casa, dai genitori, cosa sono il rispetto, la gerarchia, come accettare un no o un sì. Inoltre il nostro sistema scolastico è impotente, così come la nostra giustizia, ma purtroppo ai politici di destra come di sinistra non interessa molto la violenza che colpisce le giovani donne."
E sono casi di violenza con conseguenze fisiche: in 20 anni i casi segnalati alle assicurazioni infortuni sono passati da 200 a 640, mentre costi legati alle cure sono raddoppiati. Ad aumentare è stata quindi anche l'intensità delle aggressioni.
"Purtroppo in Svizzera l'immagine della donna sta andando nella direzione sbagliata. Lo vedo ogni giorno nel mio studio, bambini molto piccoli si esprimono in modo molto brutale sulle donne. E' un dato di fatto che qui ci sono persone che vengono da culture diverse, ma dovremmo far sì che nelle scuole svizzere si insegnino i nostri valori e norme, e ai bambini maschi come comunicare, come risolvere i conflitti con le donne senza arrivare alla violenza."
"Già ora purtroppo", sottolinea, "molte ragazze cominciano ad adeguarsi alla situazione, in modo più o meno cosciente, a sottomettersi, a non uscire o a non vestirsi più in un certo modo per paura."
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