Svizzera

Edilizia e canicola, fronte comune di sindacati e imprese

Le parti sociali condividono la volontà di proteggere la salute dei lavoratori – Proposta interruzione dei lavori a partire da 33 gradi di temperatura, committenti chiamati a rinunciare alle penali

  • 5 giugno, 11:34
  • 5 giugno, 12:33
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Rappresentanti di committenti edili, imprese generali, autorità e SUVA sono stati invitati a partecipare a una tavola rotonda

  • archivio TI-Press
Di: ATS/dielle 

Sindacati e padronato dell’edilizia si muovono insieme contro il sempre più intenso problema della canicola, chiedendo una protezione della salute dei lavoratori efficace e facilmente attuabile. A partire da una temperatura di 33 gradi l’attività dei cantieri dovrebbe infatti essere interrotta, mentre i committenti sono chiamati ad accettare termini di consegna dei lavori più lunghi, senza esigere alcuna penale.

“Negli scorsi anni si è assistito a un aumento dei periodi di caldo estremo in estate”, affermano in un comunicato congiunto Unia, Syna e Società svizzera degli impresari costruttori (SSIC). Secondo la SUVA svolgere lavori fisici pesanti in condizioni di caldo estremo e sotto il sole cocente non è solo faticoso, ma comporta anche un aumento del rischio di infortuni, colpi di calore e altri problemi di salute.

“Le parti sociali dell’edilizia condividono la volontà di proteggere la salute dei lavoratori edili: hanno quindi deciso di creare condizioni quadro chiare e facilmente gestibili”, si legge nella nota. Concretamente viene proposto un approccio per gradi: finché è possibile i lavori dovranno proseguire e anche gli operai saranno chiamati ad assumersi la loro responsabilità individuale, utilizzando costantemente i dispositivi di protezione; ma a partire da una determinata temperatura i lavori all’aperto eseguiti in luoghi non costantemente ombreggiati dovranno essere interrotti. Questo avverrebbe “quando MeteoSvizzera prevede in modo oggettivo e localizzato una temperatura di 33 gradi e oltre”.

“In questi casi i committenti edili e le imprese generali devono prorogare di conseguenza i termini di consegna dei lavori e rinunciare a far valere le penali, che costringono le imprese edili a scegliere tra la protezione della salute e il rigoroso rispetto delle scadenze”, affermano Unia, Syna e SSIC.

L’obiettivo delle parti sociali è ancorare questi parametri di riferimento all’interno di disposizioni di validità generale e per questo hanno invitato rappresentanti di committenti edili, imprese generali, autorità e SUVA a partecipare a una tavola rotonda. Finora tutte le parti interessate hanno espresso la loro disponibilità a collaborare in vista di una soluzione.

Le discussioni proseguiranno nei prossimi mesi. Parallelamente a questi sforzi i sindacati e il padronato intendono anche intervenire a livello politico: “L’obiettivo è migliorare il quadro normativo in materia, affinché il rispetto costante della protezione della salute venga premiato e non penalizzato”.

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