La canicola sta mettendo a dura prova anche la salute di chi lavora all'aperto. Tra gli ultimi episodi quello di giovedì, quando un uomo è stato colpito da un malore mentre stava lavorando sul tetto di un edificio a Mendrisio, probabilmente a causa di un colpo di calore.
Il caldo è infatti ottimale per la posa dell'asfalto, ma meno per chi lo deve lavorare. Federico Fognini, responsabile sicurezza per la Manicini & Marti, spiega che si tratta di situazioni estreme in cui il corpo si affatica di più, motivo per cui agli operai sono concesse più pause ed è messa a disposizione molta acqua, essendo la disidratazione il problema più grosso. Bekim Kerellaj, caposquadra, aggiunge poi che già normalmente gli operai sono abituati a lavorare con una temperatura sotto ai piedi tra i 160 e i 180 gradi, ma con la canicola si raggiungono anche punte di 280 gradi.
In molti cantieri che si occupano di pavimentazione stradale sono quindi state implementate diverse misure per prevenire svenimenti e altri incidenti. In caso di allarme canicola, ad esempio, il turno degli operai si conclude alle 13.00 e la copertura quasi totale del corpo è diventata obbligatoria. "Per quanto il pantaloncino corto sembri un sollievo" spiega Fognini "causa un sacco di problemi e aumenta il rischio di insolazione".
Anche l'edilizia ha dovuto prendere dei provvedimenti e, inoltre, chiede ai comuni una maggiore collaborazione quando si tratta di cominciare i lavori al mattino presto. Nicola Bagnovini, direttore della Società Impresari Costruttori, spiega che è stata richiesta una modifica dei regolamenti concernenti la legge sui rumori in caso di allarme canicola che permetta agli operai di cominciare eccezionalmente i lavori alle 6.00 del mattino. "Da questo punto di vista penso sia importante il dialogo, ossia spiegare a chi abita vicino ai cantieri il perché di questa iniziativa e trovare così soluzioni condivise".