Ticino e Grigioni

L’intelligenza artificiale nel vigneto contro la peronospora

Agroscope presenta a Cugnasco un rilevatore per combattere la malattia fungina che attacca la vite

  • 10 aprile, 17:51
  • 10 aprile, 20:32
02:43

Agroscope dà una mano ai viticoltori

Il Quotidiano 10.04.2025, 19:00

  • RSI
Di: SEIDISERA/Il Quotidiano/YR 

I viticoltori ticinesi da oggi hanno un’arma in più per difendersi dalla peronospora: si tratta di un rilevatore installato a Cugnasco da Agroscope, che fornirà ai produttori di vino - anche tramite l’intelligenza artificiale - importanti dati per combattere la malattia fungina causata dal microrganismo Plasmopara viticola. Il patogeno può attaccare duramente la vite e compromettere così il ciclo vegetativo e di conseguenza il raccolto delle uve.

“C’è una sorta di aspiratore, le spore vengono depositate su un disco di vetro e poi con un laser realizzeremo immagini olografiche in tre dimensioni di queste spore. Poi utilizziamo l’intelligenza artificiale per riconoscere le spore che ci interessano”, spiega Pierre-Henri Dubuis di Agroscope. Il sistema sviluppato dall’Università di Ginevra riconosce solo i funghi di interesse senza confonderli con pollini, spore e polveri presenti nell’aria.

“Questo rilevatore dovrebbe permettere nel prossimo futuro di capire durante la fase vegetativa se le spore sono presenti nel vigneto o se non lo sono. E questo, dunque, dovrebbe dare un’informazione in più ai viticoltori per poter capire se devono trattare o non devono trattare con questo fungo”, soprattutto se come l’anno scorso ci sarà un maggio particolarmente umido, afferma Matteo Bernasconi, responsabile dell’ufficio cantonale della consulenza agricola per il settore della viticoltura.

Di rilevatori ne hanno già installati altri come questo, in Svizzera Romanda, ma anche in Francia, in Borgogna e a Bordeaux. Lo scopo è quello di fornire ai viticoltori dei dati sulla presenza effettiva della peronospora nei vigneti, ma il dispositivo potrebbe essere utilizzato anche per altre colture. “Si tratta di un dispositivo non troppo costoso, completamente autonomo, che può essere appunto installato anche nel centro degli appezzamenti. Al momento stiamo lavorando principalmente sulla vite, ma in futuro possiamo immaginare di utilizzarlo anche per altre colture”, conclude Dubuis.

SEIDISERA del 10.04.2025

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  • Keystone
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